Carolina Marconi: “Mi hanno chiesto di non pubblicare più sui social”

Carolina Marconi: "mi hanno detto di non parlare più di oblio oncologico"

L’ex gieffina rivela il contenuto di una telefonata particolare.

Il diritto all’oblio oncologico è una questione che da tempo divide la politica e la società. Gli ex pazienti oncologici, come Carolina Marconi, oggi guariti, chiedono di potere essere “dimenticati” e quindi non inseriti più in database di persone “a rischio” quando si tratta di stipulare contratti di mutuo, assicurazione, prestiti e persino adozione. In queste settimane è in discussione un provvedimento legislativo che pone tale diritto a distanza di dieci anni dalla diagnosi di guarigione. La Marconi chiede da tempo che tale termine venga ridotto a cinque.

In un post molto forte sul suo canale Instagram, ha denunciato di aver ricevuto pressioni da parte di una persona di cui non fa il nome, che l’avrebbe invitata a non parlare più della questione sui suoi social “per non influenzare l’opinione pubblica”.

“Ciao amici, oggi è una giornata difficile per me. Ho ricevuto una chiamata che mi ha sconvolto moltissimo. Sapete che da tempo mi batto per la legge del diritto all’oblio sul cancro, cioè la possibilità per noi, ex malati di cancro, di recuperare tutti i nostri diritti. Forse non sanno comunque che, una volta guariti, non abbiamo più diritto ad accedere ad alcuni servizi come il mutuo, il prestito, l’adozione, l’assicurazione e così via. Il 3 luglio è finalmente uscita questa legge, che è stata approvata alla Camera e deve ancora arrivare al Senato per diventare legge definitiva. Questa legge prevede il recupero dei tuoi diritti. 10 anni dopo la guarigione la tua dignità è ripristinata, finalmente riprendi in mano la tua vita. Ma 10 anni sono troppi“

“Sono stato contattata da questa persona che mi ha chiesto di non pubblicare più nulla sui social per non influenzare le persone, perché la legge deve passare così com’èNon ho questo potere, ma nessuno può dirmi di restare in silenzio. Mi ha fatto sentire quasi in colpa, dicendomi che, nel caso in cui la legge non venisse approvata al Senato, ci vorrà più tempo per l’approvazione, perché la legge dovrà essere presentata nuovamente al voto della Camera”.

La frustrazione e il rischio che tutto resti com’è

“Mi sento frustrata perché sembra che ci stiano facendo solo promesse vuote, dicendo che ci saranno decreti attuativi che valuteranno caso per caso per la riduzione degli anni. Figuriamoci se controlleranno persona per persona! Siamo più di 1 milione di persone guarite dal cancro in Italia. Ci state prendendo in giro? Nel Paese ci sono molte leggi che aspettano da 20 anni questi decreti attuativi e non sono mai stati fatti. Figuriamoci cambiare una legge! Una volta approvata rimarrà così per molti anni e non lo cambieranno più”.