Aitana Lopez: la donna perfetta non esiste

Aitana Lopez, la modella creata dalla AI che spopola sui social e guadagna milioni.

Una nuova modella/influencer spopola sui social: si chiama Aitana Lopez, spagnola (di Barcellona), 25 anni, con i capelli rosa e gli occhi verdi. Sui social si descrive come una donna forte e determinata, un “passionale scorpione”, appassionata di moda e di viaggi, con l’hobby dei videogames e del fitness. Aitana su IG ha già conquistato oltre 120.000 follower grazie alle sue fotografie e ai suoi post divertenti. E non guadagna soltanto ammiratori, ma anche migliaia di dollari. Collabora, infatti, con diversi marchi e aziende e grazie a queste promozioni ha un fatturato annuo di circa 500.000 euro, di cui il 70% va all’agenzia che la rappresenta e il 30% a lei. Sembrerebbe la donna ideale, eppure… Aitana non esiste.

Si tratta, infatti, della creazione digitale di una AI. Nasce un anno fa, per opera di Rubén Cruz, suo designer e fondatore dell’agenzia The Clueless.

“Si è pensato molto ad Aitana. L’abbiamo creata basandoci su ciò che piace di più alla società. Abbiamo pensato ai gusti, agli hobby e alle nicchie che sono stati di tendenza negli ultimi anni”, spiega Cruz.

Insomma, Aitana rappresenta l’ideale di bellezza che la società contemporanea ci propone e ci impone. Ogni settimana il team dell’agenzia si riunisce per creare la vita di Aitana, stabilendo cosa farà durante la settimana, quali luoghi visiterà e quali foto posterà. La modella virtuale può guadagnare fino a 10.000 euro al mese, secondo il suo creatore, ma la media si aggira intorno ai 3.000 euro. Aitana non è la prima né l’ultima modella virtuale che vedremo sui social. Esistono già altri esempi, come Lil Miquela, Shudu o Imma, e hanno tutte milioni di follower. Il che fa riflettere: dobbiamo aspettarci un futuro in cui modelli e modelle saranno sostituiti da creazioni virtuali disponibili h24?

Rubeñ Cruz in un’intervista a Euronews ha dichiarato di aver pensato di creare Aitana in un momento particolarmente delicato per il suo lavoro, in cui i clienti sembravano sempre più scontenti dei progetti seguiti dall’agenzia: “Abbiamo iniziato ad analizzare il modo in cui stavamo lavorando e ci siamo resi conto che molti progetti venivano sospesi o cancellati a causa di problemi indipendenti dalla nostra volontà. Spesso era colpa dell’influencer o della modella, e non a causa di problemi di progettazione”. Così, Cruz ha deciso di crearsi la propria influencer da proporre ai brand: in poche parole, Aitana gli ha salvato gli affari.

Sicuramente, l’integrazione dell’intelligenza artificiale nell’industria della moda rappresenta un’opportunità, ma ci fa chiedere se il futuro della moda e dell’advertising diventerà sempre meno reale e più virtuale. Del resto, le modelle -digitali e non- sono da sempre l’incarnazione dell’aspirazione, dell’individualità e della bellezza. Insomma, il caso di Aitana e delle sue “colleghe” AI ci spinge a porci delle domande, e a chiederci che cosa significhi veramente essere un influencer i questo mondo digitale e in continua, rapida evoluzione.