Federico Cesari: “Siamo una generazione di demoralizzati”.
Grande attesa per il secondo capitolo di Tutto Chiede Salvezza che verrà trasmesso su Netflix a partire dal 26 settembre. Nella seconda stagione, che prevede 5 episodi, oltre ai vecchi personaggi, come Federico Cesari e Fotinì Peluso, troveremo anche Drusilla Foer, che si è detta (su Instagram) emozionatissima.
Daniele secondo Federico Cesari
La storia si sposta in avanti di due anni. Daniele e Nina, che si erano innamorati, sono diventati genitori della piccola Maria, ma sono profondamente in crisi e impegnati in una battaglia legale per l’affido della piccola. Al centro della storia, ancora, il carattere oscillante di Daniele e quella sua incapacità di distaccarsi emotivamente da quello che lo circonda. Ne ha parlato così il protagonista, Federico Cesari, con Io Donna “Daniele è un ragazzo che ha dei turbamenti emotivi, ma non in senso psichiatrico come si potrebbe immaginare. Semplicemente possiede un’empatia più spiccata della media, il che lo porta a essere condannato a uno stato di irrequietezza e sofferenza costanti e non è semplice. Cerca anestesia nelle sostanze. Una sera in discoteca con gli amici viene colto da una crisi psicotica, torna a casa e aggredisce la sua famiglia. È solo la punta dell’iceberg di un mondo di sentimenti, o forse di domande esistenziali che si porta dentro e non trovano sfogo. Ho dovuto sforzarmi per capire l’ipersensibilità del personaggio. Ho immaginato come avrei reagito io, se mi fossi svegliato paziente in psichiatria. Può capitare di arrivare a mettere in dubbio ogni pensiero, ogni meccanismo sociale al punto di doversi fermare? Certo che sì.“.
Federico Cesari protagonista di “siamo una generazione egoriferita”
Secondo Federico Cesari, che oltre ad essere un attore è anche laureato in medicina, la ricerca continua di risposte è un tratto tipico dell’età giovanile. “Anzitutto per il casino storico in cui ci troviamo. Pensa come sarà studiare questi anni, tra cento, sui libri di scuola! In più, come viviamo? Iperconnessi con una bolla di sconosciuti, in un guscio di isolamento. Siamo egoriferiti, nel senso che finiamo per mettere noi stessi con i nostri pensieri sempre al centro. La mancanza di collettività crea ancora più incertezza. Siamo delocalizzati, forse un po’ demoralizzati“. Nonostante questo, secondo Cesari la consolazione può essere ritrovata. “Nell’arte. Non solo al museo. Anche nei libri, in TV, al cinema, a teatro. L’arte visiva o letteraria ha sempre la capacità di farci sentire meno soli, farci riconoscere in qualcosa. Studiare, leggere, guardare sono strumenti per affrontare pezzi di vita“.