Tra risparmi e polemiche, scatta alle due del 31 marzo.
Ritorna come ogni anno l’ora legale a partire da domenica 31 marzo, alle 2 del mattino. Questa tradizione annuale non solo influisce sui nostri orologi, ma svolge anche un ruolo significativo nel nostro consumo di energia e nell’impronta ambientale, anche se da sempre è accompagnata da polemiche di tutti i tipi..
Durante i sette mesi di ora legale, si stima che l’Italia risparmi circa 90 milioni di euro, grazie a una riduzione del consumo di elettricità di circa 370 milioni di kWh. Ciò non solo porta a vantaggi economici, ma contribuisce anche a un sostanziale impatto ambientale, riducendo le emissioni di anidride carbonica di circa 170.000 tonnellate. Guardando al 2024, il beneficio economico previsto durante l’ora legale viene calcolato in base al costo medio attuale di circa 24,3 centesimi per kWh per un tipico “cliente domestico sotto protezione” secondo i dati di ARERA. Per mettere le cose in prospettiva, i 370 milioni di kWh di elettricità risparmiata equivalgono al fabbisogno energetico medio annuo di oltre 150.000 famiglie. È straordinario come una semplice regolazione dei nostri orologi possa comportare un tale risparmio energetico di impatto.
I nemici dell’ora legale, però, puntano il dito sulle conseguenze per la salute che questo “spostamento di fuso orario” artificiale genere nelle persone. Gli esperti di medicina sono in maggioranza concordi: eliminare il passaggio dall’ora solare all’ora legale e viceversa farebbe bene alla salute per tre principali motivi:
– difficoltà di rispettare i propri tempi di addormentamento e di risveglio.
– una correlazione tra il cambiamento di ora e le patologie cardiache. In particolare uno studio dell’Università di Stoccolma riporta un’incidenza del 4% in più di attacchi cardiaci nella settimana successiva al passaggio tra l’ora solare e l’ora legale.
– i continui passaggi tra l’ora solare e l’ora legale hanno effetto anche sull’umore.
Già nel 2018 una proposta della Commissione UE, guidata allora da Jean-Claude Junker, aveva come oggetto l’abolizione dell’ora legale, come chiesto da molti paesi del Nord Europa, ma l’argomento è rimasto congelato, almeno fino ad ora.