L’album, intitolato “This Life”, sarà pubblicato il 24 novembre
Gary Barlow, Mark Owen e Howard Donald, i tre membri superstiti dei Take That, sono pronti a tornare con un nuovo album e un tour. Il tour, intitolato “This Life Under The Stars Tour”, partirà il 2 luglio 2024 dall’Inghilterra e toccherà anche l’Italia, con quattro date a Milano, Roma, Firenze e Bar. L’album “This Life” dei Take That, sarà anticipato dal singolo “Windows”.
Questo album ci rappresenta al meglio:
Gary Barlow: Fare nuova musica è sempre la parte più bella e divertente del nostro lavoro. Ti fa sentire vivo, nuovo, ti fa sentire come se non avessimo mai fatto un disco insieme: è qualcosa di nuovo. È sempre emozionante. Ma la cosa ancora più bella è che siamo tornati in Italia: siamo sempre felici di tornare qui, nel vostro Paese. Abbiamo parlato insieme, prima di iniziare la nostra intervista, di quando siamo venuti a Bologna negli anni ’90… tornare in Europa e rivedere tutti i nostri tifosi è sempre una grande emozione. È davvero, davvero fantastico.
Abbiamo trovato una nuova sintonia artistica
Mark Owen: La maggior parte della musica che ascolto adesso viene dai miei figli: litigano per mettere le playlist in macchina, ascoltano un po’ di tutto. E grazie a loro riesco a stare al passo con i tempi e a capire cosa sta succedendo. Per quanto riguarda noi, invece, penso che, in tutti questi anni, siamo stati molto fortunati: nella maggior parte dei casi, quello che vogliamo piace a tutti e tre, ed è bello. E andiamo avanti istintivamente. E cosa ci fa stare bene in un momento specifico. Howard parlava della canzone “Windows”: quando è stata pronta, abbiamo subito pensato: “Questo è il tipo di suono che vogliamo sviluppare e su cui vogliamo lavorare”. Ci sembrava giusta. Ma c’è sempre tanta musica nuova e buona. Seguiamo il nostro cuore e confidiamo in ciò che è giusto per noi.
Siamo orgogliosi della nostra carriera
Mark Owen: Siamo molto orgogliosi delle canzoni che abbiamo realizzato nella nostra carriera nel corso degli anni e siamo fortunati ad avere una lunga carriera. La parte difficile ora è quando guardiamo la scaletta e scegliamo quali canzoni tralasciare. A volte sì, è difficile scegliere. A volte mescoli un po’ le cose, a seconda di cosa stiamo facendo potrebbe modellare un po’ la scaletta. Ma la maggior parte delle volte ci piace organizzare l’ordine delle canzoni nei concerti: ci sediamo, ci incontriamo, quasi le suoniamo, diamo valore alle nostre scalette. Quando cantiamo canzoni come “Could it be magic”, è divertente perché sono 30 anni che eseguiamo quella canzone: ogni volta che la cantiamo è come se fosse la prima volta che lo facciamo in molti modi. È una vera gioia. “Back for Good”, canzoni come “Patience”… siamo fortunati. Penso che abbia acquisito quel valore perché ci piacciono le nostre canzoni. Noi stessi siamo fan delle nostre canzoni! Funziona bene. Diciamo che nel nostro show c’è una buona selezione di brani.
Nel corso degli anni abbiamo sempre creato musica
Howard Donald: Negli ultimi anni abbiamo sempre creato musica, senza sosta. Ogni volta che ti avvicini ad un nuovo album guardi sempre a quello che hai fatto prima, in passato, ma anche alla musica che non è stata utilizzata per i lavori precedenti. In questa circostanza, specificatamente per questo album, ci siamo mossi tutti in modo diverso l’uno dall’altro: ognuno di noi ha iniziato a scrivere e il processo creativo, che inizialmente era individuale, è poi diventato collettivo perché abbiamo portato quello che avevamo fatto in un’unica stanza. E lo abbiamo ascoltato tutto. Avevamo scritto delle canzoni molto belle: inizialmente erano quaranta tracce che, alla fine, sono diventate dodici. Il processo di selezione inizia con venti brani, per poi scendere a dodici per l’album finale. Questo lavoro è stato molto entusiasmante perché ci ha portato a Barcellona, New York, Savannah, Nashville e ci ha permesso di vivere un’esperienza meravigliosa perché abbiamo lavorato con Dave Cobb, il nostro produttore.