“Credo che quello che faccio io c’entri ben poco con la bellezza”.
Roberta Bruzzone, nota criminologa, è protagonista di una docuserie in esclusiva su RaiPlay dal 26 novembre, dal titolo Nella mente di Narciso. In questo progetto, si analizzano casi di cronaca nera legati al narcisismo. Al Corriere Della Sera quando le viene chiesto quanto sia narcisista risponde: “Sono una persona che sa di valere. Consapevole delle mie qualità: l’ho dimostrato sul campo, senza scorciatoie, mezzucci, menzogne o triangolazioni. Sono una che tira fuori gli artigli nel momento in cui serve“.
Il rapporto con la tv
E in merito delle sue apparizioni in televisione: “Non ho mai dovuto né barare né raccontare bugie per ottenere quello che ho. Certamente non temo di stare al centro dell’attenzione. Se una persona ritiene che la bellezza mi abbia aiutato evidentemente non è in grado di capire quello che dico. Quindi è un suo limite e come tale mi fa una certa tenerezza. Credo che quello che faccio io c’entri ben poco con la bellezza. E con l’avere un determinato organo genitale che peraltro le assicuro non ho mai utilizzato per ottenere vantaggi.”
E sull’imitazione che Virginia Raffaele ha fatto di lei: “Mi diede fastidio in particolare un’imitazione da Maria De Filippi, mi dipinse con il sangue che grondava. Ridicolizzava il mio lavoro di fronte a persone che hanno sofferto, offendendo la memoria delle vittime. Si dice che uno nasce incendiario e poi muore pompiere. Io mi sento ancora incendiaria. Ritengo di essere un buon esempio di un modo diverso di essere donna. Consapevole di sé, che non deve chiedere permesso a nessuno. Penso che questo sia un aspetto della mia vita personale e professionale che può essere utile a molte donne. Che temono di vivere fuori dal perimetro del controllo della loro vita da parte degli uomini”.
La docuserie
“Sono soggetti che hanno caratteristiche specifiche, unicamente concentrati sui propri bisogni, che non tollerano minimamente lo spazio degli altri, che praticano l’assedio serrato della tua vita. Quando la vittima rischia di diventare minacciosa perché svela la vera identità sociale e psicologica di questi soggetti: lo smascheramento può diventare l’elemento più pericoloso in assoluto. Tante sono molto ben realizzate quanto a intrattenimento, ma sono lontanissime dalla realtà”. Roberta Bruzzone spiega che non esistono delitti perfetti: “Esistono purtroppo delitti impuniti per via di indagini imperfette. Le problematiche principali sono originate nella gestione della scena del crimine: è fondamentale proteggere le informazioni che arrivano da lì”.