“Se sono famoso in Italia è anche grazie al mio doppiatore”
Richard Gere, accompagnato dalla moglie Alejandra Silvia, ha partecipato alla Biennale di Venezia ed è stato protagonista di una masterclass sulla sua carriera. In questa occasione l’attore ha ripercorso alcuni dei momenti più importanti del suo lavoro ed ha parlato di alcune tra le scene più famose. Gere è stato scelto come ospite d’onore del gala organizzato da Amfar, una Fondazione per la Ricerca sull’Aids. Accanto a lui, vi sarà anche il produttore cinematografico Mohammed Al Turki.
“Devo il mio successo italiano anche al mio doppiatore”
A Venezia, Richard Gere ha avuto modo di incontrare anche il suo doppiatore, Mario Cordova. “Sono colpito da quanto io sia amato dai miei fratelli e sorelle italiane e parte di questo affetto lo devo al fatto che amano la tua voce”. Cordova, a sua volta, ha mostrato i diversi toni che usa nel doppiaggio di Gere e ha detto: “Sapete quante donne ho conquistato al telefono? Poi mi vedevano…”. Durante l’incontro, l’attore ha avuto modo anche di parlare del film I giorni del cielo di Terrence Malick, girato quando Gere aveva 28 anni. L’attore ha commentato: “Questo è stato il mio primo film, è una vera emozione rivederlo oggi. Guardo quel me sullo schermo e penso a mio figlio Homer che è qui, io ero poco più vecchio di lui che ha appena iniziato la sua carriera di attore ed è molto bravo. Io ero uno piuttosto timido, mi piaceva fare teatro e mi piaceva lavorare con gli altri; il cinema è stata un’esperienza ancora più intensa”.
Richard Gere e Julia Roberts
Gere ha parlato anche del film Pretty Woman e ha detto: “Ci siamo divertiti tanto a fare questo piccolo film senza avere la più pallida idea se qualcuno lo avrebbe visto”. Dopo la proiezione della scena del pianoforte, ha parlato del suo rapporto con Julia Roberts: “Evidentemente non c’era chimica fra noi, niente attrazione. Anche questo film non lo vedevo da tanto tempo, è una sequenza incredibilmente sexy. La scena al piano non era nella sceneggiatura. Non sapevamo se l’avremmo utilizzata ma alla fine è diventata parte integrante del film. Interpretavo un personaggio che era stato scritto in modo quasi criminale. Fondamentalmente era un abito e un buon taglio di capelli. Garry Marshall mi ha chiesto: secondo te cosa può fare il protagonista durante il suo soggiorno in questo albergo di lusso? Di solito questo tipo di persone che viaggiano hanno il jet leg e vagano di notte… questi alberghi hanno sempre un bar o una sala dove c’è un pianoforte. E così ho cominciato a suonare qualcosa di malinconico… perché raccontava la vita interiore del mio personaggio, la scena è nata così”.
Secondo Gere ha valorizzato anche il personaggio di Julia Roberts. “Era in grado di vederlo in un modo completamente diverso. C’era un desiderio misterioso e forse qualcosa di bello, ma danneggiato in questo ragazzo che lei non conosceva”.