Raz Degan racconta a Verissimo il suo dolore per la guerra

Ratz Degan racconta a Verissimo il suo dolore per la guerra.

In lacrime l’attore parla dei suoi parenti in Israele

Raz Degan, ospite del salotto televisivo Verissimo condotto da Silvia Toffanin, domenica 14 ottobre 2023, parla degli orrori della guerra in Israele e di come la sua famiglia sia in pericolo.

L’attore di origini israeliane che oggi vive in Italia è cresciuto in un kibbutz israeliano e spiega:

“È come un grande campeggio in cui vivono diverse famiglie che lavorano insieme e dividono quello che producono. Il nostro kibbutz si trova a Nord, al confine tra Siria e Libano. Lo hanno fondato i miei nonni, che erano sopravvissuti dell’Olocausto. Durante l’infanzia spesso stavo chiuso nel bunker perché al Nord c’erano tante guerre. Ricordo la prima volta che ho sentito il fischio di una bomba: non sai da dove arrivi e poi l’esplosione è tremenda”.

Raz Degan, con gli occhi lucidi di lacrime parla degli orrori della guerra:

“Sono giorni orribili per l’umanità intera. Per noi in Israele sono giorni da incubo. Dall’Olocausto non abbiamo mai vissuto qualcosa di così grave. Ho sempre collaborato per la pace e mi sono impegnato in progetti di solidarietà, ad esempio per i bambini della Siria. E vedere che la pistola e la spada sono purtroppo più forti della voce del cambiamento, fa male all’anima.

La preoccupazione dell’attore israeliano è per la sua famiglia che vive ancora laggiù, nei territori devastati dalle squadre di Hamas. Spiega che sua sorella, madre di quattro bambini, in queste ore è in viaggio per raggiungerlo in Italia, ma suo padre non vuole abbandonare la sua casa:

“Mio padre ha ottant’anni e anche se il nostro kibbutz è stato evacuato, lui non lascia la casa. Non vuole andarsene, dice che quello è il suo posto. Una nostra parente di ventidue anni non è tornata a casa, è già passata una settimana e i genitori non sanno dove sia, se sia viva o morta. I cadaveri sono così tanti e non si riescono a distinguere i volti, tanti sono stati bruciati. Ogni giorno mi chiamano amici per raccontarmi atrocità inimmaginabili. Tutto questo è al di là della politica, al di là dei diritti. Questo è l’incubo infernale del terrore”.

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