Una docu-fiction mette in luce il lato oscuro del successo.
Quiet On Set non smette di far parlare. Il documentario andato in onda per la prima volta su Investigation Discovery a marzo 2024, rivela, attraverso filmati e interviste, il controverso “dietro le quinte” di Nickelodeon. In particolare viene messa in luce la figura di Dan Schneider, produttore e showrunner, attraverso le testimonianze degli attori e delle sceneggiatrici che hanno lavorato a stretto contatto con lui.
Dan Schneider
L’ascesa di Dan Schneider al successo deriva dalla sua competenza nel creare sketch capaci di divertire un pubblico familiare e trasversale. Il suo modo di intendere lo show alla portata dei ragazzi e fatto dai ragazzi, ha reso la sua firma un marchio riconoscibile dei programmi di successo di Nickelodeon. Tuttavia le ombre, secondo le testimonianze delle sceneggiatrici, sono molto più imponenti del successo guadagnato. Christy Stratton e Jenny Kilgen hanno cominciato a lavorare per Dan Schneider da giovani. Lui era il capo sceneggiatore e, a detta delle donne, sempre molto presente, se non ingombrante nel loro lavoro. Se dapprima l’uomo aveva costruito un clima leggero e amichevole, con il passare del tempo emergevano sempre di più atteggiamenti al limite della sopportazione.
A detta delle sceneggiatrici, non solo Schneider le avrebbe sottopagate, ma anche umiliate pubblicamente, creando un clima ostile che le opprimeva. Le due non erano libere di avere un weekend per loro stesse, dovevano essere presenti 24 ore su 24 in ogni giorno della settimana, sempre reperibili e sempre accondiscendenti. Numerose, anzi, numerosissime le battute a sfondo sessuale e offensive insieme alle richieste poco opportune. Per queste ragioni le due hanno anche sporto denuncia, senza tuttavia ottenere quanto avrebbero voluto, ovvero che Schneider non avesse più potere di umiliare così le sue dipendenti.
La sessualizzazione nei programmi
Non soltanto dietro le quinte, il modo di Dan Schneider di intendere lo scherzo era strettamente legato al sesso. Tuttavia, trattandosi di programmi per ragazzi, con ragazzi per protagonisti (e spesso anche bambini), il documentario evidenzia come certe scelte fossero a dir poco inappropriate. Oltre il clima di forte tensione, Quiet On Set mette in luce come i riferimenti ad atti sessuali fossero spesso messi in scena all’interno dei programmi di Schneider. Il primo episodio, disponibile in streaming sul Nove, è un focus sull’escalation di una situazione fuori controllo, dagli esordi del produttore fino al licenziamento delle due sceneggiatrici che l’avevano denunciato. In particolare viene sottolineata l’inadeguatezza di un clima che non può essere tollerato, soprattutto nel momento in cui si parla di bambini coinvolti.
Recentemente Dan Schneider ha denunciato per diffamazione i produttori della docuserie, lamentando false dichiarazioni e distruzione di reputazione. Tuttavia, gli episodi successivi di Quiet On Set riportano anche casi di conclamata pedofilia sul set. In particolare si parla del coach per i dialoghi, Brian Peck, condannato per aver abusato sessualmente di Drake Bell, la star di Drake & Josh, all’epoca quindicenne. Drake Bell viene intervistato nel documentario a testimoniare le manipolazioni subite dal suo molestatore fino all’abuso vero e proprio. E ancora il caso di Jason Handy, un operatore di Nickelodeon incaricato di accompagnare gli attori e i loro genitori sui luoghi delle riprese. L’uomo è stato condannato per aver inviato a Brandi, attrice di All Star, foto di nudo e filmati in cui si masturbava.
Un altro lavoratore dell’emittente televisiva ha ricevuto una condanna di sette anni e quattro mesi per atti osceni commessi nei confronti di un ragazzino di 14 anni, al quale ha anche mostrato materiale pornografico. Il caso mediatico sollevato da Quiet On Set non sembra accennare a placarsi e continuano a sommarsi le dichiarazioni delle persone coinvolte nella realizzazione dei programmi Nickelodeon per Dan Schneider.