“Mio padre era depresso e io ho preso da lui“.
Ornella Vanoni ha recentemente lanciato il suo nuovo singolo intitolato Perduto. Questo brano segna l’inizio di un progetto più ampio, chiamato Diverse in cui l’artista rielabora alcune delle sue canzoni più celebri in una nuova veste che sarà disponibile a partire venerdì 18 ottobre. In un’intervista recente al Corriere della Sera ha parlato dei suoi amori, delle crisi depressive, di momenti felici, tristi e della paura della morte. La cantante ha detto di aver avuto quattro amori importanti, accennando a relazioni che l’hanno segnata profondamente.
Tutti i suoi amori
Per Ornella Vanoni, il suo primo grande amore è stato senza dubbio Giorgio Strehler, il celebre regista teatrale: “Fu come se si fosse rotto il carapace dentro cui ero imprigionata. Pensai: voglio stare con lui. La borghesia considerava il teatro un luogo di peccato. O segui il tuo uomo, o lo lasci. Se il tuo uomo tira cocaina, non puoi rimproverarlo ogni volta: o ti metti in pari, o finisce tutto”. Poi c’è stato Gino Paoli, la cantante racconta di essere una volta in hotel a Viareggio, seduta su un divano insieme alla moglie di lui, Anna.
Quando Gino è arrivato e le ha viste insieme, si è trovato di fronte a una scelta difficile: “Devi scegliere, o una o l’altra”. Ma Anna aveva già detto alla cantante: “Senza Gino muoio, senza Gino non posso stare; e io mi sono fatta da parte. Ma pensa mica che Paoli si sia accorto di tutto questo? Lui era concentrato su se stesso. Dice che l’ho lasciato. Non l’ho lasciato; me ne sono andata: è diverso“. Il terzo è stato Giorgio Tocchi: “Un figo bestiale. Superficiale, sempre allegro, cucinava benissimo. Dopo tanta sofferenza, con lui furono quattro anni di vacanza”. E il quarto un avvocato di Venezia. Ornella ha rivelato di essersi innamorata di una donna, un’esperienza che ha arricchito la sua vita affettiva: “Ma non mi piace il sesso femminile”. E suo marito Lucio Ardenzi ammette: “Lui non l’ho mai amato prima o poi ci si deve sposare“.
La depressione e l’idea della morte
“Mio padre era depresso, e io ho preso da lui. È una cosa che ti porti dentro. Mi faceva tenerezza: avrei voluto aiutarlo, e non potevo”. Ornella Vanoni ha condiviso la sua esperienza con la depressione: “Così male che mollai tutto e andai a San Rossore, da Cassano. Mi disse: non dormi da sei mesi, ci credo che sei depressa. Mi curarono. Ora grazie agli psicofarmaci posso scivolare nella tristezza, non sprofondare nella depressione. Ma devi prenderli per tutta la vita“. Ma la paura della morte non c’è: “Capirò quando sarà il momento di andarmene, quando sarò inutile alla vita e la vita sarà inutile a me. Non voglio fare come mia zia, che ha vissuto fino a 107 anni: un tormento. Si trova sempre un modo per decidere quando e come andare via. Se non c’è, lo si inventa. Non ci sono forse i suicidi?“.
Quando le viene chiesto cosa accadrà dopo la morte, la cantante risponde con una battuta: “All’inferno, proprio non ci posso andare, perché ho la pressione bassa, e non reggerei tutto quel caldo. Ho anche il giustificativo medico“. Riflette sulla sua vita con una sincerità disarmante, affermando che è stata “Molto felice, e anche molto infelice“.