“Night Swim” di Bryce McGuire

"Night Swim" di Bryce McGuire.

Non comprate una casa con piscina. Potrebbero girarci un film.

Night Swim è un film contro le piscine, contro le famiglie che comprano case con piscina, contro la gente che fa terapia nelle piscine, e contro i robot pulitori per le piscine. Insomma, una vera e propria denuncia sociale sul perché piscina è male e se la compri è peggio. La piscina del film di Bryce McGuire è così male che dentro ci vivono esseri fatti di capelli e di Art Attack: prendete un Mostro della Laguna Nera… fatto? Bene, ora prendere un fantasma dalla punta arrotondata… fatto? E adesso con un po’ di colla vinilica mettete insieme ‘citazioni’ di film vari come IT, The Conjuring e, perché no, un po’ di The Ring e di The Grudge. Ecco qui che si capisce da subito che la famiglia Walker, protagonista di questa serie di sfortunati fotogrammi, poteva scegliersi un’altra casa da comprare. Magari senza la piscina.  

La barchetta sospetta

L’inizio del film è una futuristica scopiazzatura di IT dove la barchetta di carta che Georgie perde per strada e che lo porta a perdere un braccio e tutto il resto, si trasforma in una barchetta di plastica fichissima, con un meccanismo che la fa scorrazzare nella piscina. La barchetta appartiene a uno sfortunato bambino malato con una sorellina che, come Bill (la potremmo chiamare Billa ma si chiama Rebecca), lo vuole aiutare. Rebecca sta dormendo con la porta chiusa, la finestra chiusa, rumori di voci fuori dalla sua stanza, coperte sopra le orecchie ma, siccome serviva per far succedere qualcosa nel film, sente la barchetta che si muove nell’acqua. Si sveglia e, chiaramente senza dire nulla a nessuno, se ne va a bordo piscina per recuperare il giocattolo posseduto.

Mentre la barchetta scorrazza su e giù, la bambina viene fagocitata… da chi o cosa si scopre più in là. Da qui passano anni, arriva la famiglia Walker che è così composta: papà Ray, ex giocatore di baseball che ha smesso per una malattia che colpisce il sistema nervoso; mamma Eve; figlia maggiore Izzy e figlio minore Elliot. I quattro, prima della casa gigante e tutta da ristrutturare con la piscina che pare il pozzo di San Patrizio della peste bubbonica (acqua nera, melma nera, telo nero e marcito come copertura) avevano visitato un’allegra casetta che nessuno spiritello aveva mai abitato. Ma chiaramente il fatto di dover fare un sacco di lavori, a spese proprie, con la propria fatica, alletta tutti (credibile come un McDonald’s salutista), soprattutto Ray che un po’ si muove con le stampelle un po’ con la sedia a rotelle e sembra che non ce la possa fare neanche a tenere un cacciavite in mano. Ma niente… i Walker comprano la casa con la piscina mefitica.

Ristrutturazione-lampo

Da lì, dopo pulizie inverosimilmente lampo che nemmeno dieci squadre di pulizia insieme avrebbero realizzato, tutti in piscina! All’inizio è una meraviglia: Ray ogni volta che fa il bagno sembra stare sempre meglio, al punto che ricomincia pure ad allenarsi. Tutti felici finché lo spirito di Rebecca decide di parlare con Elliot da quello che pare un tombino ma si trova nella piscina… ed è subito IT (ancora). Il bambino figuriamoci se dice qualcosa a qualcuno. Anche a mamma Eve succedono fatti inquietanti: apparizioni e uno sfarfallio delle luci dentro l’acqua. Per non farsi mancare nulla anche Izzy rimane vittima delle creature filmicamente confuse della piscina. Ma poi, parliamone: perché farsi tutti il bagno di notte, da soli, in una piscina all’aperto? Vabbè! Siccome la compagnia degli spiriti-demoni-clown infernali non è mai troppa, i Walker decidono pure di dare una festa. Dove? Ma in piscina, sembra chiaro.

L’incomprensibile sacrificio

Per fare amicizia con il vicinato cosa c’è di meglio che dare una festa in una piscina posseduta da inverosimili e poco chiare presenze? Di meglio c’è solo un tentato omicidio sotto gli occhi di tutti. E, infatti, il buon Ray, che ha sulle spalle un ragazzino, comincia ad andare nell’acqua profonda, così tanto da far finire sotto pure il malcapitato invitato. Nel frattempo vediamo acqua nera, di nuovo (le pulizie dei Walker lasciano a desiderare), che entra dalla bocca di Ray e lo possiede. Il ragazzino sta per annegare sotto gli occhi di tutti e solo quando ormai è quasi diventato blu viene soccorso. I Walker sicuramente hanno fatto colpo su tutto il vicinato.

Da qui Eve vuole lasciare la casa, Ray non vuole, nessuno dice a nessuno di aver visto strane cose. Poi si scopre che quella piscina sarebbe ricavata da una sorgente con poteri magici. E così entriamo senza nemmeno rendercene conto nel regno favolistico di Narnia. La piscina però fa una roba poco carina: è in grado di guarire da gravi malattie, ma in cambio vuole una vita. Quindi Ray sta meglio ma la piscina in cambio vuole suo figlio Elliot. Così mentre Ray, posseduto dall’acqua nera, corre dietro a sua figlia per farla fuori così come ricordiamo il protagonista di Shining correre dietro a WendyElliot viene trascinato giù. Giù dove? Ma un sacco giù.

Vediamo che la piscina sembra essere senza fondo quando mamma Eve si getta in acqua per salvare il bambino. Ad ogni modo trascorreranno più di dieci minuti buoni da quando Elliot è finito sott’acqua e non si capisce come alla fine sia sopravvissuto. Dopo colluttazioni bizzarre e improbabili peripezie dei personaggi, Ray si butta in acqua per salvare il figlio Elliot. Insomma, rinuncia al dono della piscina e diventa lui stesso la vita che la piscina vuole. Ma scusate… se il dono viene restituito perché alla piscina bisogna comunque dare una vita in cambio? Boh. Quello che conta è che la storia finisce con la piscina che viene sepolta con la terra da un escavatore e la famiglia Walker, senza Ray, che decide di continuare a vivere lì. Sì, avete capito bene. Non se ne vanno per non far capitare la stessa cosa ad altri.

Interessante come la piscina ribolla sotto la terra. Sarà mica una minaccia per la famiglia Walker? Speriamo tanto di no e che la questione sia risolta, perché dopo la piscina restano solo i sanitari. Non so voi, ma io all’idea di un remake su una tazza del water posseduta non ci dormo la notte. Comunque, ascoltate la morale del film: non comprate case con piscine melmose: un giorno qualcuno come Bryce McGuire potrebbe pensare di girarci un altro film ed è compito di tutti impedire che certe cose continuino ad accadere.