Il nuovo singolo “Rutti” è un manifesto di protesta culturale.
Morgan ha presentato il 4 luglio il suo nuovo singolo Rutti presso la sede della Warner in piazza della Repubblica a Milano. L’artista ha spiegato che il brano porta con sé messaggio di protesta culturale. Rutti, che l’artista preferisce chiamare “Root-e” riferendosi al comando di sistema, vede anche un’inedita collaborazione con il produttore e musicista Michele Canova. Durante la conferenza stampa, il cantante ha anche commentato le nuove scelte di X Factor, un programma con il quale ha avuto una lunga e complicata relazione. E sui nuovi giudici Manuel Agnelli, Jake La Furia, Paola Iezzi e Achille Lauro, ha detto: “A priori sono ottime scelte, Agnelli è il mio sostituto e Achille Lauro mi ha stupito, sono curioso di vederlo”.
Diciotto album pronti
Morgan durante la conferenza stampa ha espresso tutta la sua emozione per questo ritorno: “Sono molto emozionato. Mancavo dalla discografia tradizionale da tanto tempo. In questi anni ho fatto tantissima ricerca, ho scritto una canzone al giorno, ho praticamente in mano diciotto album”. Negli ultimi anni, il cantante ha intrapreso un “viaggio musicale e personale” che lo ha portato a esplorare nuove dimensioni creative come ha raccontato: “Ho fatto un viaggio, mio, una specie di sogno senza ascoltare la radio. Sono un museo, mi sono proiettato nel passato, mi sono creato in una dimensione mia”. Questo percorso lo ha portato a una collaborazione con il produttore e musicista Michele Canova, con il quale ha realizzato il singolo Rutti.
Ripartire con una nuova vita
Il suo nuovo singolo per l’artista è un manifesto di protesta culturale: “Il ruolo che ha l’artista oggi è diverso e mi piace perché io riparto con una nuova vita”, ha dichiarato. Morgan ha sottolineato l’importanza di un ritorno ai valori umanistici contro la tecnocrazia, un tema che sembra essere al centro del suo progetto musicale con la Warner: “Sono sotto contratto con questa casa discografica per un progetto fatto di single. Se farò un album deve essere per forza un album di protesta culturale per il ripristino dei valori umanistici contro la tecnocrazia”.