Mike Flanagan: “Ci deve essere speranza”

Mike Flanagan: “Ci deve essere speranza”

Il regista parla di come ha cambiato il suo punto di vista.

Noto per lasciare un fondo di amaro in bocca con i suoi film, Mike Flanagan ha cambiato idea. “Non importa quanto la storia sia oscura. Ci deve essere speranza”, ha rivelato il regista durante il podcast Sackhoff Show, condotto da Katee Sackhoff.

Un cambio di paradigma

Noto per opere come Hill House, Bly Manor, Midnight Mass, La caduta della casa degli Usher, la firma di Flanagan si riconosce per i finali delle sue storie, spesso cupi. La speranza che fino adesso è mancata, però, è diventata per il regista un elemento fondamentale. “Molti dei progetti che ho scritto hanno finali davvero cupi. Privi di speranza”, premette. “Ma poi tutto è cambiato e ogni nuovo progetto al quale ho lavorato non ha più avuto quell’approccio”. Il cambio di paradigma e quindi di intendere i significati, è avvenuto grazie alle esperienze di vita di Flanagan. “Penso che, per certi versi, sia merito di Kate e della nostra famiglia. Quando io e Kate ci siamo messi insieme… il mio punto di vista è cambiato notevolmente. E dopo che abbiamo avuto i nostri figli che man mano stanno crescendo, è diventato importante per me questo aspetto”.

L’eredità ha bisogno di speranza

“Un giorno, forse, guarderanno ai nostri lavori e si interrogheranno e si faranno domande su di essi”. Mike Flanagan si riferisce all’eredità del proprio lavoro e sul significato per i posteri. “Magari, quando non ci saremo più, li useranno per rivisitare ciò che eravamo, come esseri umani, e lo faranno anche tramite ciò che abbiamo creato, avranno un sacco di materiale a cui guardare”. Poi precisa: “E non vorrei mai che, rivedendo tutto ciò che siamo stati e che abbiamo creato, gli rimanga una nota amara e priva di speranza in bocca. Quindi è diventato davvero importante per me, non importa quanto oscura la storia sia, che ci sia sempre speranza, perdono e un forte senso di empatia, alla fine”.