Max Felicitas: “Serve educare al porno, non mettere lo SPID”

Max Felicitas: "Serve educare al porno, non mettere lo SPID"

Il pornostar: “Non limita i minorenni, la censura non serve”.

Durante un’intervista su Radio 24 il pornostar Max Felicitas ha detto la sua a riguardo all’introduzione dello SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) per accedere ai siti pornografici. Parole dirette e senza mezzi termini: “Sono molto incazz**o. Finirà che ogni volta che sco***mo, servirà mandare una PEC”.

Per guardare i porno servirà lo SPID

Arriva la stretta sul web per l’accesso a siti ritenuti pericolosi per i minori. L’AgCom ha pubblicato un regolamento che prevede modalità di controllo più sicure per l’età. Lo start per il nostro Paese è fissato già al 2025.  I contenuti vietati non si limiteranno soltanto al porno ma saranno molti di più, dai giochi d’azzardo alle scommesse, ma anche contenuti di violenza, odio e discriminazione, o tutti quelli che possono recare danno alla salute, come quelli in cui si inneggia all’anoressia o alla bulimia.

Il commissario Agcom Massimiliano Capitanio ha fatto chiarezza in merito: “Ammettiamolo, l’idea di accedere a siti per adulti con lo SPID fa sorridere e disperare al tempo stesso. Eppure, al di là dello spaesamento iniziale, delle facili battute e delle più surreali ipotesi, ciò che è emerso più di ogni altra cosa è che il tema richiede di essere chiarito e anche con una certa urgenza, quantomeno per tutelare adeguatamente l’operato di tutte le amministrazioni coinvolte e, non secondario, gli utenti e le piattaforme che legittimamente fanno il loro business”.

Educare i minori al porno

Il pornostar Max Felicitas ha voluto dire la sua: “Sono molto incazzato per la storia dello Spid. Chi ha pensato a questa cazzata deve avere più di ottant’anni perché non ha capito che mettendo lo SPID, rompe solo agli anziani che vogliono usare i siti porno perché i ragazzini continuerebbero ad aggirare il problema. Quello che serve è educare i minori sul porno, non mettere lo SPID. La censura non serve. Va educato il ragazzino che non bisogna prendere come esempio il porno. La follia è che non limita i minorenni. C’è Whatsapp, c’è Telegram per inviarsi i porno. Lo SPID darebbe casini solo agli adulti. Lo Stato sembra volerci controllare anche quando ci sediamo. Finirà che ogni volta che scopiamo, servirà mandare una PEC”.