“Mi piace giocare, soprattutto quando il gioco è ben retribuito”.
Marina La Rosa, concorrente del programma La Talpa, intervistata dal settimanale Chi ha colto l’occasione per ricordare la sua esperienza al Grande Fratello. Ha detto la sua opinione sulla ballerina Shaila Gatta e sull’opinionista Beatrice Luzzi. In merito alla sua partecipazione al programma di Diletta Leotta su Instagram ha scritto: “ Allora l’hai fatto per soldi? Che noia, le solite domande. Si, anche.”
La vita può essere un gioco
Su Instagram scrive: “Ma perché hai accettato? È la domanda che mi sento fare più spesso. Ma perché no? La verità è che la vita può essere anche un gioco. E a me piace molto giocare. Soprattutto quando il gioco è anche ben retribuito. Allora l’hai fatto per soldi? Che noia, le solite domande. Si, anche. Ma basta.. guardatelo e smettiamola con questo bisogno di incasellare tutti da qualche parte. L’ironia amici.. è dall’ironia che comincia la libertà”.
In un mondo di cose già viste
Marina La Rosa, conosciuta come la “gatta morta” della prima edizione del Grande Fratello, ha condiviso le sue opinioni sul comportamento di Shaila Gatta nella Casa: “Credo sia un po’ confusa, nel senso che, come molte donne, cerca il “bello e dannato”. Ha a disposizione questo Javier che, in realtà, è bello, ma poco dannato. È combattuta perché Javier le piace, ma non vede la sfida. ‘Sono confusa, ho bisogno dei miei tempi, sbaglio sempre, una parte di me si sente attratta, ma l’altra parte non è convinta’, dice. E, così, si svela. Gioca a carte scoperte, continuando a mischiare il mazzo. Il fatto che fosse indecisa fra due persone, Javier e Lorenzo, poi, la incasella suo malgrado in un mondo di cose già viste: i triangoli e quadrilateri, dinamiche televisive che lasciano sempre un dubbio sull’essenza di un gesto”.
E per quanto riguarda l’opinionista Beatrice Luzzi: “Quando ha fatto il Grande fratello anche lei voleva essere protagonista, creando cinquemila dinamiche e uscendo come una donna molto polemica, che cercava di affermarsi su tutto e tutti. La gattamorta può anche entrare in conflitto, ma lo fa distrattamente, con nonchalance. È una questione di sex appeal e savoir faire”.