Marco Carta: “A Sanremo alcuni colleghi non mi guardavano”

Marco Carta: "A Sanremo alcuni colleghi non mi guardavano"

“Era una vergogna provenire da un talent, era una roba un po’ strana”.

Marco Carta, ospite del programma La volta buona condotto da Caterina Balivo, ha condiviso alcuni retroscena sulla sua vittoria al Festival di Sanremo nel 2009. Molti ritenevano che gli artisti emersi dal programma di Maria De Filippi non fossero all’altezza del prestigioso Festival della canzone italiana.

Pregiudizi

Durante l’intervista Marco Carta ha parlato dell’idea diffusa che fosse favorito nel televoto grazie alla popolarità ottenuta col programma: “Quando io sono salito su quel palco alcuni colleghi quasi non mi guardavano, perché era una vergogna provenire da un talent, era una roba un po’ strana”. “Era ovvio che tu eri più conosciuto e quindi più favorito dal televoto, ma se la tua canzone non fosse piaciuta nemmeno ti avrebbero votato”, ha detto Caterina Balivo. Il cantante ha partecipato e vinto Amici nel 2008: “In quel momento storico, è vero che io avevo un fortissimo televoto. Ma alle spalle avevo un pregiudizio che tu nemmeno immagini. I ragazzi che venivano dai talent dovevano affrontare i pregiudizi. Lo dice sempre anche Maria De Filippi. Questo aspetto è stato sdoganato nel tempo. Ma quando io sono salito su quel palco alcuni colleghi quasi non mi guardavano. Perché era una vergogna provenire da un talent, era una roba un po’ strana”.

I codardi in rete

In un’intervista su Bagheera aveva parlato dell’odio che ha ricevuto in rete e che con gli anni ha imparato a gestire: In rete è pieno di codardi che, protetti dallo schermo, colpiscono perché vogliono spegnermi per vedersi luminosi. Come giustifico l’ondata d’odio che ho ricevuto sui social? Tu, se per caso inciampi e cadi per strada, trovi qualcuno che ti dà un calcio? Non credo proprio. O ti aiutano o, nella peggiore delle ipotesi, t’ignorano. In rete, invece, è pieno di codardi che, protetti dallo schermo, colpiscono perché vogliono spegnermi per vedersi luminosi. Col tempo l’ho capito e non mi offendo più. Sono solo dispiaciuto per loro per le vite tristi che hanno. Io vado avanti per la mia strada.