Il 2024 punk di Donatella Versace

Il 2024 punk di Donatella Versace.

Presentata la nuova collezione alla Milano Fashion Week

“Questa collezione ha un atteggiamento ribelle e un cuore gentile”, ha detto Donatella Versace al quartier generale a Milano, tutto marmo, bianco e oro, prima della sfilata di venerdì. “Sii un po’ scandaloso a volte, ma sii gentile dentro, no? Sii una brava persona”.

La sfilata della settimana della moda milanese ha sicuramente avuto un tono “ribelle”. Punk e alta moda insieme, con alcune delle modelle che sembravano uscite dall’immaginario di un disco dei Van de Graaf Generator, abilmente fatto proprio e commutato in un lavoro fashion da Versace. Al centro c’era la sartorialità, resa contemporanea e ovviamente sexy. Un’attenzione particolare è stata posta sul “power blazer” con spalle formidabili, una silhouette che Versace predilige nel suo guardaroba, accessoriandola con il suo fascino inconfondibile e plateau altissimi.

“Penso che la giacca dia molta forza, a una donna, a un uomo, a tutti”, aveva detto Versace in anteprima. “Prendi Prince, che è ciò che Versace ha fatto per questa collezione: una foto di lui che indossa un abito rosso, con le gambe strette e gonfie sulle spalle, è stata appuntata sulla sua moodboard. La mia amicizia con lui è davvero nel mio cuore”.

Niente mezze misure

Ma invece di prendere come punto di partenza l’immaginario di Prince, il set è stato ispirato dal film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick del 1968. Il tappeto nero era così morbido da rappresentare un pericolo di inciampo, gli sgabelli cubici bianchi sedevano come denti in cerchio e le pareti bianche tremavano al volume della musica, come se il pubblico fosse seduto nella bocca di una gigantesca bestia Versace.

Abiti neri e fiammeggianti, con spacchi tagliati a diversi centimetri più in alto dell’osso dell’anca; guanti di pelle rossa, borse di pelle rossa, cappotti di pelle rossa; gonne e abiti aderenti in pelle nera a costine; abiti bustier molto sexy. Trame leopardate e tacchi “a spicchio” dalla punta super appuntita. Le lunghezze, ha detto Versace, erano intenzionalmente dicotomiche: “estreme, fino al pavimento se sono lunghe. oppure cortissime; niente mezze misure nel mezzo”.