Giovanna Mezzogiorno mette in scena quanto avvenuto nel corto “Unfitting”
Giovanna Mezzogiorno racconta la sua storia, un corto che percorre temi come il bullismo, il body shaming e la dittatura estetica.
L’attrice ha raccontato di episodi di bullismo sul lavoro che ha vissuto in prima persona. L’attrice, che ha debuttato alla regia con il cortometraggio Unfitting, ha raccontato di aver subito delle umiliazioni da parte dei colleghi a causa del suo peso.
Il cortometraggio
Il film – che ha riscosso un ottimo successo al Festival del Cinema di Roma – racconta l’esperienza della Mezzogiorno di essere emarginata dall’industria cinematografica dopo aver guadagnato 20 chilogrammi di peso in seguito alla nascita dei suoi gemelli, Leone e Zeno, che ora hanno 12 anni. La Mezzogiorno ha parlato pubblicamente della discriminazione che ha dovuto affrontare a causa del suo peso e di come ciò abbia influenzato la sua carriera nel settore dell’intrattenimento.
“Volevo raccontare la mia storia che somiglia a quella di tante altre donne penalizzate perché non sono fisicamente perfette. Io, che ho quasi 50 anni, sono stata molto male. Ma per una ragazza questo tipo di pressione può essere devastante. Ero ingrassata anche per colpa mia, dopo la nascita dei gemelli mi sono lasciata andare e ho trascurato l’esercizio fisico. Ma sono stata presa di contropiede dall’atteggiamento del mio ambiente”
Perché è dimagrita:
“Sono dimagrita perché purtroppo mi sono lasciata condizionare dal mio ambiente, dalla società. Stavo impazzendo. Così ho intrapreso un dimagrimento violento che ha avuto gravi conseguenze sulla salute. È stata una debolezza di cui mi pento. Alla fine ce l’hanno fatta a farmi perdere venti chili, ma a che prezzo…”
Chi ha avuto vicino
“Nessuno, a parte i medici che mi hanno seguita. Nemmeno quell’attore che consideravo un fratello ma è sparito nel nulla quando il cinema ha iniziato a tagliarmi fuori e a ricamare leggende infondate su di me: è malata, non tornerà mai più in forma… perfino una cisti sull’occhio che ho mostrato in un programma tv è servita ad alimentare le cattiverie su di me”
Le colleghe sono state le più crudeli
“Vogliamo scherzare? Le donne sono state molto più crudeli degli uomini. La solidarietà femminile non esiste. È uno slogan di cui ci si riempie la bocca perché fa figo, si sbandiera perché richiama l’aria del tempo. Sono le prime schiave della dittatura estetica che richiede la perfezione fino a 80 anni”
Non fa i nomi di chi l’ha derisa
“Per ora non li ho fatti. Ma conosco uno per uno quelli che mi hanno derisa, discriminata, offesa. In futuro potrei cambiare idea… Devono sentirsi scomodi sulle loro sedie”
La forza di ricominciare
“Il mio spirito di resistenza che mi ha salvato in tutte le prove difficili della vita. Sono sempre andata avanti a testa alta, sono un’attrice generosa e ho portato a casa ottimi risultati. Non mi hanno fatto lavorare perché ero ingrassata? Peggio per loro”