“Quando le ho detto di Sanremo, ha continuato a girare il ragù”.
Francesco Cicchella, ospite di Silvia Toffanin, ha raccontato la sua storia e alcuni aneddoti riguardanti la sua famiglia. Un esordio incredibilmente precoce il suo, a soli tre anni, sia come imitatore, che come musicista. Durante il liceo, viene scoperto dal suo professore di latino che lo iscrive, contro la sua volontà, al concorso che lo avrebbe reso celebre.
Il Premio Totò
Francesco Cicchella a Verissimo parla della sua famiglia, degli esordi e di suo padre, morto quando era ancora un ragazzino. “Non so se mio padre avrebbe voluto questa vita per me e non so come l’avrebbe presa. La mia famiglia aveva uno standard: studi, ti laurei, ti sposi, posto fisso. Ogni tanto mi chiedo come avrebbe preso la mia strada ma credo che sarebbe stato contento perché ha sempre sostenuto le passioni di miei fratelli”. A diciassette anni un professore di latino lo ‘scopre’ e lo iscrive a un importante concorso, il Premio Totò. “Era un professore molto vicino ai ragazzi e mi fece partecipare a diversi festival in cui sfidavo altri studenti. Io non pensavo di fare il comico: volevo solo far divertire i miei compagni di classe. Quando mi disse di avermi iscritto risposi: ‘ma che ci vado a fare?’ Allora scrissi un monologo da presentare. Da lì hanno iniziato a chiamarmi per lavorare“.
La nonna e l’arte della comicità
Francesco Cicchella parla anche della madre: “Mia mamma è contenta, però non lo dimostra mai in mia presenza. So che, quando non ci sono, si gongola sulle cose belle che faccio. Ma ancora oggi viene a propormi concorsi pubblici. ‘Forse, alla Guardia di Finanza, potresti entrare‘ mi dice. Lei pensa che io stia ancora giocando. Quando ho saputo che sarei andato a Sanremo, stava girando il ragù e l’attenzione che ha dato a quella notizia è stata minima” Involontariamente, è stata la nonna a dargli l’ispirazione e iniziarlo all’arte della comicità. “Lei imitava tutte le persone del condominio e aveva un vero e proprio repertorio. Un giorno, ho scoperto che faceva l’imitazione di come tutti i miei amici la salutavano. Io non mi ero mai reso conto delle loro particolarità. Invece lei era una grande osservatrice. È stata lei la prima intrattenitrice della famiglia“.