E decide di modificare “Quello Che Le Donne Non Dicono”.
Fiorella Mannoia, ospite a Stasera C’è Cattelan, ha ironizzato sul video fake che la vede protagonista di una “bestemmia” e che diventato virale sui social. Il video riguarda l’ultima esecuzione del brano Mariposa allo scorso Festival di Sanremo, laddove alcuni utenti sostenevano di aver sentito la cantante pronunciare una bestemmia in luogo delle parole “… orgogliosa canto”.
Un fake che diventa tormentone
Fiorella Mannoia ha affrontato con ironia la polemica che l’ha travolta dopo la sua esibizione al Festival di Sanremo 2024: “Mi ha fatto ridere la cosa, non riuscivo a capire dove la sentissero sta bestemmia, onestamente. Risentivo il pezzo, poi qualcuno me lo ha spiegato”. Un falso clamoroso, nato da un’incomprensione e dilagato sui social durante la settimana del Festival di Sanremo 2024. “Si possono sentire delle cose al posto di altre, ci può stare, ma tante persone hanno pensato che io davvero bestemmiassi sul palco di Sanremo. Come ti può venire in mente una roba del genere?”
“Quello Che Le Donne Non Dicono” diventa un “no” alla violenza
Fiorella Mannoia ha confermato, inoltre, la sua decisione di modificare il finale di Quello Che Le Donne Non Dicono. Il celebre verso “ti diremo ancora un altro sì” diventerà “ti diremo ancora un altro no” e a tal proposito spiega: “Non mi rappresentava più. Il testo è stato scritto nel 1987. Non si devono mai decontestualizzare le canzoni. Enrico (Ruggeri, ndr) descriveva le sue zie, sua madre, che appartenevano a quella generazione. Non ho cambiato una virgola, ma ai concerti quando il pubblico pronuncia il ‘sì’ io dico ‘attenzione, è un forse e potrebbe essere anche un no’. Quando una donna dice no, in qualsiasi vestito, condizione, situazione, è no. Punto”.
La polemica sul finale e la risposta di Enrico Ruggeri
Quello Che Le Donne Non Dicono venne scritta da Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone e presentata a Sanremo 37 anni fa, nel 1987. Enrico Ruggeri ha commentato a Splendida Cornice la decisione di cambiare il finale: “È semplicemente un problema di consecutio temporum è una canzone sulle speranze disattese. Il finale dice: ‘portaci delle rose, nuove cose e ti diremo ancora un altro sì’. Nel senso che non sei più quello di una volta e se tu tornassi a essere quello di una volta ti diremmo ancora un altro sì; qualora ti comportassi bene ti diremmo ancora un altro sì. Spiegarlo così sarebbe disastroso sul piano del lessico”.