“Capita nelle aziende e capita ancora di più nel mondo artistico“.
Le rivelazioni di Giuliano Peparini sugli abusi nel mondo della danza sembrano essere credibili anche per Enzo Paolo Turchi. Il coreografo a sua volta, ha confermato che episodi di questo tipo accadono spesso: “Da che mondo è mondo accade questo: che le persone di potere ci provino con i debuttanti“. Secondo Turchi nella danza di oggi il modo di porsi troppo disinibito suggerisce che si sta cercando di impresisonare più per l’estetica che per le qualità professionali, come riporta l’intervista rilascia per Il Fatto Quotidiano.
Nessun coreografo mi aspettava nudo
“Capita nelle aziende e capita ancora di più nel mondo artistico. Figuriamoci nella danza dove protagonista è il corpo. Gli abusi nel mondo della danza ci sono da sempre. Il potere di determinare una carriera è sempre stato abusato da parte di soggetti pronti a tutto. A me certe situazioni non sono mai capitate. Nessun coreografo mi aspettava nudo nella doccia per un colloquio, nessun direttore mi invitava a casa sua, nessuno si è mai fatto trovare nel mio letto a sorpresa. Ho lavorato con i più grandi coreografi e direttori ma posso dire di essere stato fortunato. Arrivai a soli otto anni alla scuola del teatro di San Carlo di Napoli. Ero stato abbandonato dai miei genitori e i ragazzi più grandi avrebbero potuto molestarmi perché ero molto fragile. Invece mi hanno preso con sé come in una famiglia. Considero la mia esperienza fortunata, senza nulla togliere alla veridicità di quanto affermato dai colleghi che stimo”.
La danza di oggi
Turchi conclude affermando che, come sta facendo Peparini, è giusto denunciare subito episodi di molestie. Ma è altrettanto importante che i ballerini, soprattutto i più giovani, imparino a presentarsi in modo professionale e appropriato alle audizioni, basando la loro carriera sul talento e non su atteggiamenti disinibiti: Alle audizioni che conduco per il teatro e per la TV ci sono ragazze che si presentano con body tipo tanga e scolli vertiginosi. Se sono nella mia accademia posso emettere un regolamento specifico sull’abbigliamento idoneo. Ma altrove no. Semplicemente evito di correggere i loro movimenti in posizione troppo ravvicinata. Non posso farlo. Oggi esiste un modo troppo disinibito di porsi, che cerca scorciatoie al talento. È giusto far capire, come sta facendo Giuliano Peparini, che bisogna denunciare subito questi episodi”.