Le donne di Israele e Palestina manifestano per la pace
Proprio tre giorni prima degli attacchi del 7 ottobre scorso, centinaia di donne israeliane e palestinesi, tutte vestite di bianco e con ombrelli bianchi, si sono riunite attorno al Museo della Tolleranza di Gerusalemme, chiedendo la fine di un conflitto che attanaglia i loro popoli da decenni: vestivano il colore della pace, e intonavano slogan come “Chiediamo la pace” e “Basta uccidere i nostri figli”.
Queste le parole di Amira Zidan, tra le organizzatrici della marcia delle donne del 2017, in cui per due settimane il corteo di donne percorse una simbolica “strada per la pace” per chiedere ai rispettivi leader di raggiungere un accordo politico che metta fine alle ostilità tra i due popoli:
“Fino ad oggi gli uomini al potere tra israeliani e palestinesi non hanno creduto che alla guerra. Noi donne, invece, siamo una cosa nuova e sappiamo ascoltarci reciprocamente”
Da anni i 2 movimenti pacifisti femministi, Women Wage Peace e Women of the Sun, due associazioni guidate da donne, si battono per chiedere la fine dei conflitti. Pascale Chen, coordinatrice di Women Wage Peace, ha dichiarato:
“Vogliamo lanciare un appello congiunto da parte delle madri israeliane e palestinesi alle leadership di Israele e Palestina affinché riprendano i negoziati per arrivare finalmente a un accordo diplomatico”
Il 7 ottobre 2023, il movimento israeliano ha pubblicato l’immagine di una colomba ferita e macchiata di sangue, con un messaggio:
“Mattinata orribile. I nostri cuori sono con i residenti del centro e del sud di Israele e con le nostre forze armate. Osserviamo lo svolgersi degli eventi con il fiato sospeso. State al sicuro. Mantenete i vostri cari al sicuro”.
Appena due giorni dopo, i terroristi di Hamas hanno rapito Vivian Silver, 74 anni, attivista pacifista canadese-israeliana che ha dedicato la sua vita ai diritti dei palestinesi, fondatrice di Women Wage Peace e leader del network Alliance for Middle East Peace.
Lo scorso 23 settembre, Vivian in un post sui social lanciava questo appello:
“Non c’è momento migliore per dare voce alla richiesta delle madri israeliane e palestinesi, per porre fine al nostro conflitto decennale”.
Il 13 ottobre, in una intervista per il quotidiano israeliano Haaretz, la co-direttrice del movimento palestinese Women of The Sun Layla Sheikh ha dichiarato:
“Vogliamo essere oneste e aperte, ma dobbiamo anche stare attente perché ci sono persone nella società palestinese che non approvano ciò che facciamo (il nostro lavoro femminista e la nostra partnership con Women Wage Peace). Ma come donne, come madri e come palestinesi, dobbiamo dire la nostra verità”.
Sicuramente, il manifestare di queste donne è emblematico del potere e della risolutezza di quella che è l’azione collettiva femminista contro la guerra.
“Nonostante la rabbia e il dolore di fronte agli atti criminali commessi da Hamas, compreso il bombardamento incessante delle città in tutto Israele, non dobbiamo perdere la dignità umana.
È nostro obbligo come madri, donne, esseri umani e come nazione intera non perdere questi valori.”