“Sono cresciuta con un alone di nepotismo, venendo chiamata privilegiata“.
Deva Cassel, la bellissima figlia di Monica Bellucci e Vincent Cassel, ha parlato recentemente del sui rapporto con i genitori e del suo ingresso nel mondo della moda e del cinema. Parlando con la rivista Vogue, Deva ha spiegato cosa significhi essere figlia d’arte. “Sono cresciuta con questo alone di nepotismo, venendo chiamata “nepo baby” o privilegiata. Ho attraversato l’adolescenza nel costante paragone con mia mamma. La amo, ma ci ho sofferto un po’, sarei ipocrita a dirti che non è stato un peso.” ha dichiarato. Parla con meraviglia del suo ingresso nel cinema “Tutti mi dicevano: sicuramente seguirai le orme di mamma e papà, e io rispondevo con il rifiuto totale, i film con i miei non volevo neanche vederli“. Eppure, l’anno scorso ha esordito con il film La bella estate, diretto da Laura Luchetti e tratto dal romanzo romanzo di Pavese. “Le cose sono avvenute in maniera graduale. Pensavo che la mia strada sarebbe stata la moda. Amavo quando la mia mamma mi portava sui set. La vera cosa che mi ha spinto a provare a considerare il cinema come opzione è stato il copione del film di Laura Luchetti.
Deva come Claudia Cardinale
A breve, vedremo Deva Cassel nel ruolo di Angelica (che fu di Claudia Cardinale), nella serie Netflix Il Gattopardo, tratta dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Sul set ha avuto modo di conoscere il suo attuale fidanzato, Saul Nanni, attore bolognese già molto noto al pubblico. Deva, che attualmente vive ancora con la mamma e la sorella, dice che le piacerebbe scegliere l’Italia per andare a vivere da sola. “Penso mi piacerebbe spostarmi a Roma, dove sono nata. Il mio grande problema è che mi sento a casa ovunque, in Marocco, in Brasile dove sono stata da poco, a New York, in India. Anche a Bologna dove sono stata solo una volta con Saul». Ha conosciuto la sua famiglia, passato ore in macchina sui colli e frequentato anche un breve corso per imparare a fare i tortellini. «Il bello e il brutto di quando ti senti a casa dappertutto è che non sai a quale luogo appartieni veramente.