Dalila Gelsomino: “Io ed Eros non eravamo più felici”

Dalila Gelsomino: "Io ed Eros non eravamo più felici"

La mia dignità non è stata protetta da chi avrebbe dovuto farlo“.

Dalila Gelsomino ha ufficializzato la fine della sua relazione con Eros Ramazzotti attraverso delle storie su Instagram. Ha condiviso con i suoi follower l’amara verità sulla rottura, sottolineando: “Amate veramente e fatelo per alimentare la vostra anima, non il vostro ego”.

Gli amori sani sono scomodi

Sono stati mesi di grande dolore e di interminabile silenzio dove più volte ho scelto di fare un passo indietro. anche quando la mia dignità come donna non è stata protetta a sufficienza da chi avrebbe dovuto farlo. Ma fino a prova contraria questa è anche la mia vita ed ora è giusto far chiarezza per me, per la mia famiglia e per tutte le persone che vengono direttamente o indirettamente coinvolte in questa dinamica che va avanti da ormai troppo tempo. Gli amori sani sono molto scomodi, perché ti obbligano a lavorare su di te, ti tolgono dalla tua zona di comfort. Io ed Eros non eravamo più felici insieme. Ho provato a tenere in piedi questa relazione con tutte le mie forze, eppure ci sono momenti in cui la vita vuole solo insegnarti ad imparare a lasciare andare”.

La parte autentica dell’esistenza

Dalila Gelsomino ha lanciato un invito ad amare veramente e a farlo per nutrire l’anima piuttosto che l’ego: “A volte si vince, altre volte si impara. Nella vita ci hanno insegnato ad essere forti, ma non vulnerabili. Ma chi mi segue sa, che io non ho paura a mostrarmi vulnerabile. Perché penso che quella sia la parte più autentica dell’esistenza. Le maschere che ci mettiamo sono una proiezione di noi stessi e quando ci disconnettiamo dalla nostra vera essenza, perdiamo tutto. Abbiate il coraggio di vivere in connessione, andate a fondo, amate veramente e fatelo per alimentare la vostra anima, non il vostro ego. Non pentitevi mai di aver dato il meglio di voi. Perché quando avete dato o fatto del vostro meglio, non c’è niente che possiate recriminarvi. Ad maiora”.