Cyberbullismo, è allarme tra i più piccoli

Cyberbullismo, è allarme tra i più piccoli. Psicologi, polizia postale e associazioni: “Non abbiate paura di parlare”.

Psicologi, polizia postale e associazioni: “Non abbiate paura di parlare”

È un’emergenza silenziosa e difficile da contenere perché parte proprio dall’inconsapevolezza dell’età: infatti, autori e vittime di cyberbullismo sono nella maggior parte dei casi poco più che bambini. A lanciare l’allarme psicologi, polizia postale e associazioni, che invitano “al dialogo”.

La maggior parte delle segnalazioni nelle scuole medie

Come sottolinenao sull’Ansa da Paola Tamborlini, con la collaborazione di Giovanni Innamorati e Cecilia Ferrara, per contrastare quest’emergenza, c’è una sola possibilità: “Ed è parlare. Parlare sempre se si finisce vittima dei bulli, parlare anche se si è diventati bulli un po’ inconsapevolmente, magari postando una foto senza rendersi conto delle conseguenze. Perché si può tornare indietro”.

Cristina Bonucchi, psicologa della Polizia di Stato ha spiegato che:

“Il cyberbullismo è un fenomeno che sta riguardando fasce di età di poco più che bambini: la scuola media è il luogo nel quale più spesso avvengono queste prepotenze in un contesto nel quale sia le vittime sia gli autori spesso non hanno la consapevolezza né di quanto sia grave quello che stanno facendo né di avere diritto ad essere messi in sicurezza quando subiscono”. 

Come la psicologa sottolinea, il problema chiave della tematica è l’imbarazzo, la paura di raccontare ai propri genitori ciò che sta accadendo. E questo porta una vittima a subire gli abusi per anni.

“È un elemento molto importante perché i ragazzi non vogliono che i genitori sappiano che sono stati presi di mira, che sono stati troppo ingenui. Continuano a subire le vessazioni. Provano a farcela da soli ma in molti casi non ci riescono e anche qui a volte si rivolgono a noi direttamente, prendono coraggio perché si sentono protetti dallo schermo e ci scrivono per essere aiutati”.

Quindi, reagire subito è fondamentale. Avvertire subito la polizia postale, segnalare, denunciare.

Come ha spiegato Cristina Bonucchi si può chiedere aiuto anche in forma anonima:

“Per noi è molto importante anche segnalare semplicemente un contenuto o un sito sospetto perché si tratta di un territorio enorme con vari ordini di rischio”.

E come avverte Giulia Lauri, psicologa e psicoterapeuta, coordinatrice dell’aerea scuola dell’associazione PsyPlus, partner locale di Save The Children per diversi progetti  rivolti alle scuole, il cyberbullismo

“ha un pubblico potenzialmente enorme anche se può rimanere anonimo, questo può spingere il bullo ad agire in maniera più violenta e aggressiva, dicendo cose che dal vivo non direbbe”.

Fonte: Ansa