“Ero considerata l’ultima ruota del carro perché cantavo le sigle”.
Cristina D’Avena compie sessant’anni, ma rivendica il suo diritto a essere un’eterna bambina. La cantante delle sigle dei cartoni animati sta vivendo un momento non facile, a causa della morte della sua più cara amica, Alessandra Valeri Manera, autrice, con cui ha collaborato per oltre quarant’anni e con cui aveva un’amicizia molto stretta: “Era una mia carissima amica, ci conoscevamo da quarantadue anni. Non è semplice. Ma quello che mi ha permesso di essere chi sono è stata la mia coerenza, rimanere fedele al lavoro che faccio“.
Un ‘pubblico diverso’
Parlando delle sue scelte musicali, Cristina D’Avena ha ammesso di non essere stata sempre compresa o apprezzata da tutti: “Ero considerata l’ultima ruota del carro perché cantavo le sigle, escludendomi solo per questo da eventi in cui c’erano tanti cantanti, come se il mio fosse un pubblico diverso. Questo mi ha fatto soffrire“. Eppure i suoi concerti richiamano migliaia di persone . E quando ha pubblicato il disco Duets Forever – Tutti cantano Cristina, quaranta artisti hanno duettato con lei, emozionati. “La frase più comune era: ‘non so se sono capace“, racconta la cantante. “In effetti con le sigle serve un’interpretazione diversa rispetto al pop. Loredana Berté era davvero felice di cantare la sigla di ‘Occhi di gatto’. Mi ha detto che le avevo regalato un pezzo di infanzia“.
Sogni e progetti
Compiuto il giro di boa dei sessanta, adesso Cristina D’Avena rimpiange un po’ il passato e vorrebbe tornare a quando giravo i suoi telefilm: “Li rifarei ora, ma non mi danno retta. Mi piacerebbe mostrare dopo trent’anni che fine ha fatto ‘Kiss me Licia‘: avrà qualche figlio e, secondo me, non si è separata con Mirko. E di certo continuano a cantare. Qualche anno fa mi sono incontrata per caso per strada con Pasquale (Finicelli, che interpretava Mirko). Mi gridava: ‘Licia, Licia.’ Da non credere. Ora ci sentiamo“. L’artista, amatissima dai bambini, rimpiange di non aver mai avuto dei figli suoi .”È una nota dolente: a furia di correre mi sono un po’ persa negli anni. Questa mia eterna giovinezza purtroppo eterna non è. Non posso dire che sia un grande rimpianto ma nemmeno che non ci pensi. Di certo mi sarebbe piaciuto“.