La decisione di accantonare il film già completato potrebbe portare a un’indagine fiscale.
La Warner Bros. Discovery potrebbe dover affrontare conseguenze di vasta portata a causa della sua decisione di accantonare il film già completato Coyote vs. Acme. La questione, infatti, potrebbe portare a un’indagine federale in merito alla questione.
Il 9 novembre 2023 è stato annunciato che l’ibrido live-action/animazione da 72 milioni di dollari, con John Cena e Will Arnett, non avrebbe visto la luce né nei cinema né sui servizi di streaming. In una dichiarazione dello studio si leggeva: “Con il rilancio della Warner Bros. Pictures Animation a giugno, lo studio ha spostato la sua strategia globale per concentrarsi sulle uscite cinematografiche. Con questa nuova direzione, abbiamo preso la difficile decisione di non andare avanti con Coyote vs. Acme”.
Cosa è successo
Martedì che la Warner Bros. Discovery aveva annullato la sua decisione, consentendo invece al regista Green di far acquistare il progetto ad altri studi. Netflix, Prime Video di Amazon e Apple Studios sarebbero tra le parti interessate. Nonostante la mossa potrebbe suggerire un tentativo di dare un lieto film al film, l’azione iniziale del Warner Bros. Discovery ha spinto a richiedere un’indagine federale. In questione c’è l’accusa secondo cui Coyote vs. Acme era stata accantonata per svalutazione fiscale.
Il deputato Joaquín Castro, un democratico del Texas, sta ora chiedendo alla Federal Trade Commission e al Dipartimento di Giustizia di indagare sulla questione, poiché ha paragonato le azioni della Warner Bros. Discovery a “bruciare un edificio per i soldi dell’assicurazione”.
Il deputato ha scritto su Twitter:
“La tattica della WBD di eliminare i film già realizzati per ottenere agevolazioni fiscali è predatoria e anticoncorrenziale. Il Dipartimento di Giustizia e la FTC, mentre rivedono le loro linee guida antitrust, dovrebbero rivedere anche questa condotta. Come qualcuno ha osservato, è come bruciare un edificio per i soldi dell’assicurazione.”
Anche se il messaggio potrebbe essere liquidato come un’iperbole, questa non è la prima volta che Castro prende di mira la Warner Bros. Discovery. Il deputato aveva già fatto sentire la sua voce sulle questioni antitrust nel settore dei media e dell’intrattenimento. In aprile, attraverso una lettera, aveva invitato le autorità antitrust a rivalutare la fusione di Discovery con WarnerMedia di AT&T.