“Un modo per non perdere la battaglia è non partecipare”.
Carlo Verdone si apre in un’intervista a FqMagazine su un tema delicato e personale, gli attacchi di panico. L’attore e regista romano rivela di aver sofferto di questo disturbo in passato e di aver scritto un messaggio di supporto a Sangiovanni che ha annunciato di ritirarsi per curare la propria salute mentale. Verdone è attualmente impegnato nella terza stagione di Vita Da Carl, in arrivo entro fine anno su Paramount+, con Ema Stokholma. Nei nuovi episodi si cimenterà in un ruolo inedito, quello di direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo. La serie è dedicata alla memoria del giornalista Ernesto Assante e l’attore Luis Molteni, recentemente scomparsi.
Festival di Sanremo non è per me
Nella terza stagione di Vita Da Carlo tra le novità più eclatanti, la presenza di Gianna Nannini, Gianni Morandi, Zucchero e Nino D’Angelo, che interpreteranno gli “incubi notturni” del protagonista. Se gli proponessero la conduzione del Festival di Sanremo 2025 rivela: “Lo dico subito. Non è per me.” E sulle canzoni dell’ultimo Sanremo ha le idee chiare, troppo leggere e orecchiabili: “Ho sentito poca autorevolezza, troppa leggerezza, qualche ‘furbacchioneria’ mirata al grande pubblico. Non ho ascoltato una canzone bella, con un po’ di coraggio dentro. C’era più un ‘buttiamola li che questo piace al pubblico‘. Mi è piaciuto Irama.“
Il messaggio a Sangiovanni e la sua esperienza con gli attacchi di panico
Carlo Verdone ha ammesso di essersi sentito pure lui, in passato, “travolto dagli eventi e dal successo”, e ha svelato i suggerimenti dati a Sangiovanni: “Se la rivedete trovate tutto. Dopo aver letto le dichiarazioni mi sono sentito di scrivergli un lungo messaggio molto affettuoso e molto paterno, dandogli dei consigli. Gli ho scritto: ‘stai attraversando questo tuo momento, non ti devi abbattere oltremisura ma soltanto stare fermo. Un modo per non perdere la battaglia c’è? Sì, non partecipare alle battaglia. Non ascoltare troppi consigli, come quando uno va a sentire mille medici. Quando ritroverai la forza e le energie ripartirai. Poi gli ho anche detto altre cose personali. Mi ha ringraziato tanto e mi ha detto che mi ha sentito vicino come fossi stato un padre.”
L’attore descrive gli attacchi di panico come una “violenza” che ha sconvolto la sua vita per un anno: “Quando ho avuto il grande successo a ‘Non stop’ proprio perché ho sentito che la mia vita stava cambiando. Sono arrivati il successo e la popolarità e da timido quale ero ho pensato che non avrei più avuto una vita personale. Quello che stavo vivendo era, in qualche modo, una violenza. Ho avuto per un anno attacchi panico penso e ne sono uscito fuori da solo. Lo psicanalista mi aveva detto: ‘Carlo non c’è nulla da psicanalizzare, ma è la paura del domani e del futuro. Mettiti alla prova cercando i luoghi che ti fanno venire il panico. Devi cercare di tornare a casa e dirti: non sono morto’. È stata dura, ma poi ce l’ho fatta. Sono arrivati “Un sacco bello”, “Bianco Rosso e Verdone”… Non ho più avuto gli attacchi di panico.”