Botte da orbi (ma pure tra sordi e muti) per futuri demenziali.
Per la serie “distopia portami via”, Boy Kills World è il film che segna l’esordio di Moritz Mohr come regista ma che serenamente potrebbe segnarne anche la fine. Il protagonista Bill Skarsgård interpreta un ragazzo che, per mirabolante fantasia si chiama proprio Ragazzo. Uno sciamano l’ha rapito, malmenato, drogato, sepolto vivo sotto terra a mangiare cimici per farlo diventare una macchina da guerra. Per quale ragione? Per fermare gli Hunger Games… no, quella era un’altra storia. Vabbè per fermare i Van der Koy, una famiglia di dittatori che non ha abbastanza soldi per costruire un’arena per i Tributi ma che è sufficientemente ricca da creare la sua personale “mietitura” prendendo persone a caso una volta l’anno e giustiziandole pubblicamente, mainstream. Se ci mettiamo anche il fatto che il Ragazzo è sordo-muto e riesce comunque a combattere come se sentisse ogni rumore intorno a sé, è subito Marvel. Vediamo perché certi esordi, a volte, rischiano di segnare la fine di una carriera e anche come i venditori di sangue finto vivano oggi di rendita grazie a Boy Kills World.
Cimici e mazzate: un eroe nasce così
Come nasce un eroe? Basta con queste storie sui ragni radioattivi, capsule aliene che vengono spedite da Krypton e roba così. Oggi per creare eroi basta avere una manciata di cimici (vive chiaramente) e uno sciamano sadico che passa il suo tempo a randellarti di mazzate e – per gradire – ti seppellisce vivo sotto terra a fasi alterne. Non ci credete? Beh, questa è la scuola del Ragazzo in Boy Kills World che magari ci suonerà un po’ contorta, ma sicuramente spiega bene come mai è il Ragazzo così inca***to con tutti. Sordomuto, il protagonista comunica i suoi pensieri con una voce nella testa che lo ha scelto. Dice di averla sentita in un videogioco che faceva con la sorellina. E qui cominciano i dubbi: ma non era sordo? Lo è diventato, scopriremo per mano del simpatico sciamano che l’ha reso pure muto. Ma andiamo per gradi in questo film costellato di colpi di scena, colpi di sciabola, colpi apoplettici e tanta roba che ci si smarrisce.
Ci sono circa settordici personaggi di cui perdiamo la cognizione, ma che vivono così poco che fortunatamente non ce li dobbiamo ricordare. Infatti il Ragazzo, che è un eroe mangia-cimici, ammazza la maggior parte dei personaggi, così non serve caratterizzarli più e fa pure da aiuto regia. Ma la domanda principale è chi vuole uccidere davvero? La cattivissima Hilda Van der Koy, quella che sembra sia a capo di tutta l’organizzazione che si diverte a giustiziare gente a caso, tra cui anche la madre del ragazzo (ecco perché poi si è trovato con lo sciamano). E allora che si fa? Un piano? Si studia la situazione? Ci si organizza? Macché, roba superata. E anche se lo sciamano gli dice di “no”, il Ragazzo entra in modalità Armageddon e ammazza tutto quello che si muove, in un bagno di sangue per la felicità dei produttori di sangue finto.
Sangue e amore
Mentre il pavimento sembra quello dell’Overlook Hotel di Shining quando si aprono le porte dell’ascensore, il Ragazzo incontra un tizio che si vuole unire a lui nella ribellione contro Hilda Van der Koy. Questo tizio lo porta a conoscere un altro tizio e insieme si portano fino al bunker dove si trova Hilda. Tra i tre si instaura una relazione silenziosa ed è interessante notare come nessuno dei due tizi si soffermi a riflettere sul fatto che il Ragazzo non parla. Che sia sordomuto, in questo film, non viene in mente a nessuno (soprattutto agli sceneggiatori). Del resto, combatte come se sentisse tutto e ogni tanto urla pure e il fatto che per il resto del tempo fissi perplesso le persone di cui a volte non coglie il labiale non sembra un elemento rilevante. Ma glissiamo pure su queste piccolezze e andiamo invece al cuore del Ragazzo, che per tutto il film è accompagnato dalle allucinazioni della sorellina dalla quale è stato separato dopo la morte della mamma. Boy Kills World ruota intorno alla promessa che i due si sono fatti da piccoli di fuggire in un posto sicuro, lontano da quel mondo di dittatura. Solo che poi, beh, le cose si fanno un pochino più complicate quando si scopre che la madre che il ragazzo ricorda non è sua madre e che sua sorella fa parte delle guardie di Hilda Van der Koy. Prendiamo fiato per l’immersione finale nel finale: dai che manca poco!
Tra essere e non essere… meglio non essere
Il Ragazzo non è figlio di sua madre ma è figlio di Hilda Van der Koy, sua sorella è una delle guardie che menano forte (eppure nell’allucinazione del ragazzo era una bimbetta tanto carina) e tra l’altro lo sciamano non l’ha salvato, ma rapito da piccolo. Ma che macello. Perché? Prima di tutto perché il film andava finito e a volte capita di ritrovarsi come quando si esce di corsa di casa: a chiudere tutte le finestre in fretta. In secondo luogo perché fa fico arrivare a uno scontro finale che dura tipo venti minuti, senza esclusione di colpi e quindi “f*****o la trama, sbrighiamoci!”. E infatti, tutto si risolve in frettissima.
Sì, perché Hilda riconosce suo figlio, sua sorella riconosce suo fratello e poi… niente la sorella uccide la madre che voleva far uccidere il fratello. Un siparietto di cui, tutto sommato, in produzione, non frega niente a nessuno. La bellezza arriva ora: lo sciamano, non si sa come, perché e per quando, si trova nel bunker ad aspettare il Ragazzo e sua sorella dopo che tutti gli altri sono stati uccisi in ogni modo possibile. E che fa? Beh, nel frattempo abbiamo scoperto, attraverso numerosissimi flashback (tra i 10 e i 100), che il Ragazzo su coercizione di mamma Hilda ha giustiziato in passato la famiglia dello sciamano che adesso, ecco, è un po’ alterato dalla questione e cerca vendetta. Ma perché tutto questo tempo per vendicarsi se ha sempre avuto il Ragazzo con sé? Perché sennò come lo facevano durare 1 ora e 51 minuti Boy Kills World?
Comunque, lo scontro finale comincia, ma sembra non finire più. Fratello e sorella si trovano davanti uno sciamano versione 2.0 che prima sconfigge la ragazza poi si dedica al Ragazzo. Incredibili acrobazie, colpi al viso, alla trachea, sbrandellamenti vari di braccia e gambe tagliate come filetti non sembrano scalfire il nostro eroe che forse, a furia di mangiare cimici, si è trasformato in un materasso e non può andare in emorragia. Quando la pelle da tagliare sembra quasi finita (dopo 20 minuti lo sceneggiatore ha cominciato a esaurire la fantasia) e i produttori di sangue finto hanno chiuso bottega (visto che grazie a Boy Kills World possono finalmente permettersi di vivere di rendita) finalmente lo sciamano muore e basta. Fine.
I fratelli escono dal bunker e, come nei film Marvel (l’avevamo detto), dopo un sacco di titoli di coda li ritroviamo a mangiare insieme cereali con il latte. La morale della storia? Gli zuccheri possono creare dipendenza e davvero ci si può aspettare di tutto dalle persone per una buona tazza di cereali con il latte. Oltre questo, Boy Kills World insegna che certe storie possono cambiare la vita a tante persone, tipo a un regista che diventa regista e poi torna non-regista. Boy Kills World, infine, è in tutto e per tutto una chimera tra Hunger Games e tutti i volumi di Kill Bill, dove se non c’erano le cimici, diciamolo, non c’era storia.