Un esperienza sanremese comune ai Jalisse.
A 60 anni da Una lacrima sul viso, la canzone che lo ha reso famoso in tutto il mondo, Bobby Solo si racconta in un’intervista a Oggi, ripercorrendo la sua carriera, tra successi e polemiche. Ne ha soprattutto per il Festival di Sanremo, che pure è stato il suo trampolino di lancio: “Ogni anno mando una canzone, ma non mi prendono”, ha rivelato. Un’esperienza è simile a quella dei Jalisse, che sono stati esclusi dal Festival di Sanremo per 27 volte consecutive.
“Una lacrima sul viso”, 60 anni di successi e polemiche
Una Lacrima Sul Viso venne presentata la Festival nel 1964, ma Bobby Solo venne colpito da un’improvvisa afonia prima dell’esibizione, dovette cantare in playback e venne messo fuori gara. Nell’intervista spiega di aver avvertito un blocco fisico e nervoso durante lo spettacolo, che gli ha fatto vacillare la voce, e i medici dichiararono che non sarebbe stato in grado di cantare.
Alcuni ipotizzarono all’epoca che Bobby Solo e la sua casa discografica avessero pianificato fin dall’inizio di esibirsi in playback, in modo da far ascoltare sul palco del Festival il complesso arrangiamento che non poteva essere riprodotto dal vivo. “Niente di tutto questo, io ero troppo ingenuo e sprovveduto per poter immaginare chissà quale piano. Nessuna furbizia, ma proprio un blocco fisico e nervoso che mi ha ammutolito: davanti al microfono mi uscì qualcosa che pareva un lamento e i medici dissero che non potevo cantare”.
30 anni di battaglie legali
Nonostante il grande successo della canzone (otto settimane consecutive al vertice della hit parade italiana nel 1964), Bobby Solo ha dovuto lottare per trent’anni per vedersi riconosciuto come autore del brano: “La musica era mia, mentre il testo lo scrisse Mogol, in macchina, al massimo in 15 minuti. Per l’età non ero iscritto alla Siae (all’epoca la maggiore età si raggiungeva a 21 anni e Bobby Solo ne aveva 18, ndr), così in origine il mio nome non figurò”.