BigMama:”Ero il sacco da boxe di mio fratello”

BigMama:"A 13 anni dei coetanei mi hanno tirato le pietre"

La musica come salvezza dal dolore nella sua autobiografia “Cento Occhi”.

BigMama ha vissuto un’infanzia segnata dal bullismo e dalla difficoltà nei rapporti umani e familiari, fattori che in passato hanno contribuito a minare la sua autostima: “Quel giorno mi sono chiusa in camera e ho scritto il mio primo pezzo”. Un tumore, disturbi alimentari e un rapporto complicato con la famiglia; e poi la musica come ancora di salvezza dal dolore. La cantante ha condiviso la sua storia a Verissimo presentando il suo libro autobiografico Cento Occhi, pubblicato da Rizzoli. Oggi vive una vita felice con la sua fidanzata Lodovica: “Per adesso non ci sposiamo”.

Difficoltà nel raccontare la propria storia

“Raccontare la mia storia è stato difficile. Mi crea un po’ di imbarazzo perché parlo tanto. Mia mamma ha subito la perdita di mia nonna e non se n’è mai fatta una ragione. Nei primi capitoli parlo di questa cosa, vorrei che le persone capiscano che i genitori sono esseri umani. I genitori possono sbagliare, non sono macchine perfette. Con mio fratello abbiamo avuto un rapporto altalenante. Lui era molto insicuro e non riusciva a farsi valere con gli amici a scuola. Ero io il suo sacco da boxe, si sfogava con le mani o con parole aggressive. Spesso utilizzava parole che mi facevano sentire poco al sicuro a casa. Stava vivendo un periodo difficile, anche per la perdita di nonna”.

Il cibo come legame speciale

Per la cantante, cenare nuovamente con il padre quando tornava a casa la sera rappresentava un momento speciale: “Pensavo che il cibo fosse il legame speciale tra di noi. Non ero ingorda, avevo solo carenze affettive. Cercavo un contatto con lui che andasse oltre il ‘ciao’. Quello fu il primo passo verso i disturbi alimentari che ho sviluppato dopo. Legare l’amore al cibo è comune al Sud, questa cosa mi ha portato ad essere sempre in carne“.

La malattia ha agito da catalizzatore per unire la famiglia di BigMama: “Quando ho avuto il tumore al sangue mi sono stati vicini. La malattia mi ha aiutato, per la prima volta come famiglia abbiamo iniziato a comunicare ad armi basse. Quando mi sono rasata i capelli, mio fratello mi aiutò. Lo vidi come il segno della riappacificazione”.

Impatto del bullismo

La capacità di BigMama di trasformare un’esperienza così dolorosa in arte e così spiegata: “A 13 anni dei coetanei mi hanno tirato le pietre. In quell’occasione, la mia risposta è stata sprofondare nell’odio verso me stessa. Pensavo che la colpa fosse mia: non erano gli altri cattivi, ero io che lo meritavo. Non ho trovato neanche il coraggio di dirlo ai miei genitori perché mi sentivo in colpa. Dirgli una cosa del genere li avrebbe solo fatti stare male e questo mi distruggeva. Quel giorno mi sono chiusa in camera e ho scritto il mio primo pezzo”.