Per gli eredi del Cavaliere quel documento sarebbe un falso. Grimaldi: “Chiederemo il sequestro giudiziario”
È una storia che si tinge di giallo quella del “testamento colombiano” di Silvio Berlusconi. Arriva infatti a sorpresa la notizia che Marco di Nunzio è indagato per falso dalla procura di Milano.
L’imprenditore che vive in Colombia e che sostiene di essere tra gli eredi di Berlusconi per via di un testamento non olografo e sottoscritto a Cartagena poco più di due anni fa, secondo gli avvocati del Cavaliere non si trovava in Colombia nella data del presunto “testamento colombiano”. A Marco Di Nunzio spetterebbe il due per cento delle azioni Fininvest, oltre a 26 milioni di euro e tutte le azioni della società proprietaria delle ville ad Antigua e la nave Principessa VaiVia.
Verifiche sull’autenticità dei documenti
Il pm Roberta Amadeo e il procuratore Marcello Viola, titolari del fascicolo, tramite rogatoria hanno chiesto di ricevere i documenti notarili per procedere a verifiche sull’autenticità di quanto sostenuto dall’imprenditore che è riuscito a far registrate il testamento da un notaio a Napoli, dopo un tentativo fallito a Milano. In una “diffida” testamentaria contenuta in una pec, Di Nunzio avrebbe allegato gli atti firmati dal notaio e chiesto di sapere quando ci sarà la lettura pubblica del testamento in Italia. Documenti che i legali della famiglia Berlusconi, che sono in contatto con la procura di Milano, “considerano un falso”.
Falsificazione dell’atto testamentario
A quanto sembra Marco di Nunzio sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati dai giudici per aver falsificato l’atto testamentario. Inoltre, si starebbe valutando di contestare all’uomo anche il reato di truffa e tentata estorsione. Infatti, gli eredi di Berlusconi sostengono di avere le prove che il 21 settembre del 2021, ovvero il giorno in cui sarebbe stato firmato il presunto testamento, il Cavaliere non era in Colombia.
Ma l’avvocato Erich Grimaldi, difensore e procuratore generale di Marco Di Nunzio, è pronto a dare battaglia:
“La posizione ostile degli eredi ci indurrà, nei prossimi giorni, a depositare innanzi al Tribunale civile di Milano un ricorso per chiedere il sequestro giudiziario del 2% delle azioni Fininvest che, da legato testamentario, dovevano entrare nell’immediata disponibilità del Di Nunzio, come richiesto nell’atto di diffida vanamente recapitato agli eredi”.
Fonte: Adnkronos