“Mi vergognavo di stare con i miei figli“.
Alvaro Morata si è confessato in una lunga intervista alla radio spagnola Copa. Il calciatore ha parlato della sua separazione dall’ex moglie e madre dei suoi quattro figli Alice Campello. Ha attraversato un periodo difficile durante il quale ha sofferto di depressione e attacchi di panico: “Quando si attraversano momenti davvero difficili, depressione, attacchi di panico, non importa il lavoro che fai“.
Nessun tradimento
In questi mesi a parlare è stata spesso Alice Campello che aveva smentito le voci che circolano sui motivi della fine della relazione: “Nessun tradimento… Abbiamo vissuto tutto troppo in fretta. Siamo molto giovani e abbiamo vissuto tante cose in fretta: matrimonio, tre gravidanze, quattro bambini, undici traslochi, depressioni mie dopo ogni parto, depressioni sue per il calcio in alcuni momenti e tante altre cose… Tutto questo può portare ad avere dei confronti che, a lungo andare, non sono positivi. I motivi sono nostri e rimarranno nostri. All’inizio volevo controllare la situazione perché soffrivo tutte queste bugie. Poi ho capito che ognuno penserà sempre ciò che vuole e che tutti si faranno sempre le fantasie che vogliono, non posso controllarlo. Io so che persona sono e so che persona è Alvaro. Lui sa che non gli ho mai mancato di rispetto e io metterei il mio corpo sul fuoco che nemmeno lui mi ha mai mancato di rispetto.“
Non ci sono terze persone
L’attaccante del Milan ha ribadito che la causa della fine del suo matrimonio non è legata a tradimenti: “La gente non capisce che non ci sono terze parti. lo e Alice abbiamo opinioni diverse nella vita e per questo è finita. Ho dovuto leggere tutto. Ho la coscienza pulita quando si tratta di infedeltà, ma questo è soprattutto per i miei figli. Alice mi ha aiutato molto e posso solo dire bene di lei. Voglio che i miei figli siano felici. Se è nel calcio, nel calcio; se non lo è, in qualsiasi altra cosa. Il loro padre li sosterrà sempre“.
Alvaro Morata ha poi parlato della depressione con cui ha dovuto fare i conti negli ultimi mesi: “Quando si attraversano momenti davvero difficili, depressione, attacchi di panico, non importa il lavoro che fai, la situazione che hai nella vita, hai un’altra persona dentro contro cui devi combattere ogni giorno e ogni notte. Per me è stata la cosa migliore lasciare la Spagna, non potevo sopportarlo. Mi sono appoggiato a persone che avevano vissuto la stessa cosa, come Bojan. Tre mesi prima del Campionato Europeo sembrava impossibile. Mi chiedevo se avessi mai potuto giocare di nuovo una partita, non sapevo cosa mi stesse succedendo. E un momento in cui ciò che ti piace di più è ciò che odi di più. Mi vergognavo di stare con i miei figli e di uscire per strada. Ogni volta che uscivo con loro avevo sempre qualche episodio, a volte senza cattiveria, con la gente per qualcosa che era successo nelle partite precedenti. E, alla fine, non volevano nemmeno andare a fare la spesa, cose che un padre normale fa con i suoi figli. E arrivato un momento in cui mi dicevano così tante cose davanti a loro che mi vergognavo di stare con loro”.