Lo spot contro la violenza di genere

Lo spot contro la violenza di genere

Nel progetto Amadeus, Benedetta Parodi, Luciana Littizzetto e altri.

Il gruppo Warner Bros. Discovery, leader globale nell’intrattenimento e nello streaming, e Differenza Donna, associazione nata con l’obiettivo di contrastare e prevenire la violenza maschile contro le donne, ancora insieme contro la violenza di genere.

Le iniziative per il pubblico

Un impegno nato il 25 novembre dello scorso anno: in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, veniva lanciata un’ampia campagna con il claim “1522 non è solo un numero, fa la differenza contro la violenza sulle donne”, sviluppata poi per tutto il 2024 sui diversi canali del network italiano del gruppo, con messaggi ed iniziative create ad hoc per il pubblico televisivo. Ogni mese un volto WBD (Amadeus, Benedetta Parodi, Gabriele Corsi, Katia Follesa, Luciana Littizzetto, Flavio Montrucchio, Nina Palmieri) ha avuto il compito di continuare a tenere alta l’attenzione sul tema e informare il pubblico sulle attività del servizio 1522, numero nazionale anti violenza e stalking del Dipartimento Pari Opportunità Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’obiettivo è quello di fornire un aiuto concreto sensibilizzando i telespettatori e aumentando la riconoscibilità del numero 1522: numero di pubblica utilità attivato nel 2006 e gestito da luglio 2020 da Differenza Donna. Il numero fornisce ascolto, supporto e informazioni utili alle donne vittime di violenza e ai loro figli.

Un ‘fenomeno sistemico’

Luciana Littizzetto, che ha dato il via al progetto il 25 novembre 2023, scelta per la sua credibilità, da sempre in prima linea nella lotta contro ogni tipo di violenza e discriminazione. Nel suo spazio settimanale a Che tempo che fa, precisamente a un anno di distanza dal lancio della campagna, l’attrice ha dato luce all’iniziativa attraverso un dialogo con la presidente di Differenza Donna, Elisa Ercoli. “È veramente molto difficile per una donna che sta vivendo una situazione di violenza parlarne, per questo si dice che è un ‘fenomeno sistemico’, non è un problema personale”, ha dichiarato la presidente. “È un problema sistemico perché tutte le persone che sono intorno non sono convinte della gravità della violenza, c’è sempre una minimizzazione, che esageriamo noi, che c’è una banalizzazione della violenza e anche uno spostamento di responsabilità sulle donne“. Poi Elisa Ercoli ha sottolineato: “Quindi i centri antiviolenza nascono proprio perché invece le donne insieme ai bambini e alle bambine possano avere un luogo dove vengono credute e accolte: noi siamo esperte di valutazione del rischio di recidiva, quindi sappiamo anche restituire alla donna l’importanza di comprendere cosa sta vivendo e quanto è pericoloso“.