“Non mi importa della bellezza che cambia o anche che passa”.
Una carriera esplosa a diciassette anni, quella di Debora Caprioglio, che in una recente intervista al Corriere della Sera parla del suo rapporto con l’età oggi. Nessun rimpianto per le rughe che non c’erano né per l’aspetto fisico ma solo per l’incoscienza, persa crescendo. L’attrice è molto chiara sulla questione dell’aspetto fisico: “non mi importa della bellezza che cambia o anche che passa”. Parla anche del rapporto con Klaus Kinski, quando lei aveva solo diciassette anni e lui sessantadue e della difficoltà di superare i pregiudizi degli altri. E ancora delle scelte di carriera, del lavoro con Tinto Brass in Paprika che l’ha resa icona erotica, dandole molta popolarità.
Nessun rimpianto
“Non rimpiango il fatto che non avessi le rughe o che fossi più magra, assolutamente nulla. Se non l’incoscienza: non avevo paura di niente, ero molto intraprendente. Con l’età si diventa un po’ più timorosi”, spiega Debora Caprioglio. E alla domanda se la preoccupi l’età ribadisce: “Per niente, tranne che per le malattie, essendo ipocondriaca. E non mi importa della bellezza che cambia o anche che passa, si acquisisce autorevolezza. L’unica cosa che mi disturba dell’invecchiare è legato alla salute: mi piacerebbe lavorare come attrice fino a 90 anni, ci farei la firma”. Per questo il giudizio degli altri sul suo aspetto fisico non conta: “Non mi interessa no. Sono stata piuttosto fortunata, direi che va bene così”.
Tra Kinski e Brass
A diciassette anni Debora Caprioglio cominciò una relazione con l’attore e regista tedesco Klaus Kinski, che ne aveva sessantadue. All’epoca si incontrarono a Venezia, lei per un concorso di bellezza, lui per la Mostra del Cinema. Cambiò tutto nella vita dell’attrice che venne lanciata nel mondo dello spettacolo: “Le cose sono cambiate in modo repentino. Ero molto giovane: sono passata dal mondo della scuola a quello del lavoro e a livello internazionale. Recitai in ‘Paganini’, diretta da lui, ma fu tutto molto naturale”. Sulla relazione con Klaus Kinski: “Mi aveva colpita la sua faccia, plastica e mobile. E la sua grande cultura. Non nego che anche entrare assieme a lui nel mondo del cinema, a quel livello, affascinava molto una ragazza di provincia come me. Avevo una grande voglia di imparare”. I pregiudizi da affrontare, però, erano molti: “Ma io sono sempre stata circondata da giudizi e pregiudizi, perché ho fatto delle scelte controcorrente. Forse adesso non desterebbero più grande scalpore, ma allora era considerato molto anomalo frequentare una persona tanto più grande”. Poi è arrivato Tinto Brass, regista di film erotici, che l’ha portata ad affermarsi come sex symbol: “Ci ho scherzato spesso, ma quando ho fatto il film di Brass, ‘Paprika’, mi sono detta: vabbè, non lo vedrà nessuno… le ultime parole famose. È stata una esplosione di popolarità fuori misura”. E sulle voci che li dicono legati sentimentalmente chiarisce: “È una cosa che nego da sempre, ogni tanto qualcuno se ne esce con storie millantate”.