“Avrebbe potuto fare il mio lavoro è il numero uno”.
Dopo anni di carriera nel mondo della pornografia Rocco Siffredi si prepara a una nuova avventura il palcoscenico teatrale con Siffredi Racconta Rocco che debutterà il 29 ottobre al a Milano. Nel corso di un’intervista nel podcast Gurulandia, condotto da Marco Cappelli e Simone Salvai, l’attore ha condiviso la sua visione sul futuro del settore porno. Si è definito “l’ultimo samurai” della pornografia, ma ha anche identificato un potenziale erede Stefano De Martino.
L’ultimo dei Samurai nel porno
Ha descritto De Martino come un “vero talento naturale nell’ambito del sesso”, affermando che potrebbe “fare il mio lavoro a occhi chiusi” e che è “super performante”. Rocco Siffredi ha risposto a Simone Salvai riguardo a chi potesse reggere il confronto con lui nel panorama italiano. Con un tocco di umorismo ha risposto: “Dovresti chiederlo a mia moglie, lei ti direbbe: ‘Rocco è stato l’ultimo dei Samurai nel porno’. Poi, invece, fuori dal porno ci sono stati un paio di giocatori” e nomina Francesco Totti e Antonio Cassano. “C’è una terza persona che in realtà forse è pure peggio di me, mi riferisco a Stefano De Martino, ve lo assicuro. Non abbiamo mai avuto nulla a che vedere nell’ambito sessuale ma lui avrebbe potuto fare il mio lavoro a livelli miei. Non solo è un bellissimo ragazzo ma è super performante secondo me, è il numero uno”.
La scelta di Borghi
Rocco Siffredi ha anche parlato della sua scelta di Alessandro Borghi come interprete nella serie Supersex, disponibile su Netflix, che ha ottenuto un incredibile successo con oltre 33,2 milioni di ore di visione globali. L’attore ha dichiarato che Borghi rappresenta perfettamente il suo personaggio, ma non senza riserve: “Per colori e forma fisica non poteva che essere lui a interpretarmi e infatti ha fatto un lavoro fantastico. L’unica parte dove l’ho trovato presente ma non riuscivo a vedere me stesso è nel momento del sesso, perché da scena a scena cercava di interpretare un Rocco un po’ diverso. Ogni tanto lo vedevo un po’ arrabbiato”.