“Non rivendicare la libertà femminile facendo vedere il lato B“.
Paola Ferrari ha ripreso le sue critiche nei confronti di Elodie. Di lei aveva già detto in occasione della presentazione del Calendario Pirelli in cui la cantante ha posato: “Politicamente può e deve pensarla come vuole, ma rivendicare la lotta al Patriarcato è la libertà delle delle donne facendo vedere il Lato B è profondamente scorretto”. Non è la prima volta che la giornalista attacca la cantante.
Nei giorni scorsi, la giornalista ha condiviso una foto della cantante sui suoi social, accompagnata da una riflessione che ha riacceso il dibattito sul rapporto tra immagine e successo nel mondo della musica: “Elodie politicamente può e deve pensarla come vuole , ma rivendicare la lotta al patriarcato e la libertà delle donne facendo vedere il Lato B è profondamente scorretto. Le battaglie delle donne hanno altri valori. E la mercificazione del corpo non è fra questi”.
Io non non sono d’accordo
Nel corso di un’intervista rilasciata al settimanale Nuovo, Paola Ferrari ha chiarito il significato delle sue recenti affermazioni: “Mi sono infastidita quando l’ho vista rivendicare la lotta al patriarcato e la libertà femminile facendo vedere il lato B. Mostrare il proprio corpo per diventare famosi e vendere più dischi è normale, lo fanno tutte e non è certo lei la prima. Ma i problemi delle donne sui quali si deve lavorare sono altri: dall’uguaglianza dei salari agli asili cui affidare i figli, permettendo a tutte di portare avanti la carriera con maggiore serenità. Elodie è libera di fare quello che vuole del suo corpo e della sua vita; ma se sostiene che è quella l’emancipazione femminile io non non sono d’accordo”.
Le parole del passato su Elodie
Durante una puntata de La Volta Buona condotta da Caterina Balivo, la giornalista era stata invitata a commentare nuovamente la figura di Elodie, con cui aveva avuto alcuni dissidi in passato. In quella occasione, aveva detto: “Perché io me la sono presa con Elodie che trovo bellissima? Perché tu non puoi pubblicizzare il tuo disco, o quello che è, mettendoti in un certo modo, dicendo che lo fai per essere libera. Allora se vuoi metterti in tanga, ti metti il tanga, perché sei libera di fare quello che vuoi e nessuno ti può criticare, che tu sia bella o meno bella. Ma usare quella scusa per vendere e dire che lo fai per dimostrare la libertà mi viene ridere. Noi donne la nostra libertà la dobbiamo dimostrare in altri modi. Poi faccia quello che vuoi, ma non usare quell’arma perché lo trovo abbastanza”.
Paola Ferrari aveva espresso opinioni forti e chiare riguardo all’uso del corpo da parte delle artiste contemporanee: “Non mi può venire a dire che mostrare il suo corpo sia una lotta per l’emancipazione. Quella battaglia però la abbiamo fatta negli anni sessanta e settanta, con la minigonna inventata da Mary Quant. Allora il corpo era strumento per la libertà. Oggi a mostrarlo si entra nel circolo vizioso dell’oggettivazione, ed è pericoloso. Avrai in cambio più foto, più titoli di giornale, più pubblicità e più guadagni. Legittimo pure questo, ma non lo si confonda con una battaglia per l’emancipazione. Mi si rivolta lo stomaco, quando sento certi ragionamenti. Pensiamo solo a lavorare e impegnarci, e basta” aveva concluso.