Ariana Grande: “Sono turbata per quello ho fatto”

Ariana Grande: "Sono turbata per quello ho fatto".

La pop star riflette sul suo passato come protagonista di serie TV.

Ariana Grande ha rivelato che sta “riflettendo” sul suo tempo trascorso recitando nei programmi Nickelodeon di Dan Schneider dopo lo scandalo suscitato dall’uscita della docuserie Quiet on Set. Prima che la Grande diventasse una star del pop mondiale, è stata resa celebre proprio dalla partecipazione come co-protagonista in due serie di Dan Schneider molto note: Victorious e Sam & Cat. La Grande ha detto che, guardando indietro alla sua “relazione” con quel mondo e rivedendo alcune delle scene in cui è stata coinvolta durante la sua adolescenza, si è sentita “turbata” proprio alla luce di ciò che è emerso in Quiet on Set.

“Forse abbiamo esagerato”.

La pop star è intervenuta nel podcast Podcrushed con Penn Badgley, dicendo di essere rimasta shockata dalla accuse “devastanti” mosse da Drake Bell nei confronti del suo coach per i dialoghi Brian Peck. “In particolare, per quanto riguarda il nostro spettacolo, penso che fosse qualcosa in cui eravamo tutti convinti fosse una cosa divertente, ma magari abbiamo spinto oltre i limiti, abbiamo esagerato con il nostro umorismo. E le allusioni sessuali erano prese solo come battuta divertenti. Non lo so, penso che sia successo tutto così in fretta e ora ripensando ad alcune clip mi dico: ‘Accidenti, davvero? Oh merda…’. E le cose che non erano approvate per la rete, venivano introdotte di nascosto, come sul nostro sito web o altro. Immagino di essere arrabbiata, turbata, sì. Sto riflettendo molto sul quel periodo”.

Alcuni filmati di quel periodo includevano diverse allusioni sessuali e sono riemersi in tempi recenti online, tra cui Ariana Grande che si succhia l’alluce, tenta di “mungere” una patata o si versava acqua addosso mentre giace su un letto.

Supporto psicologico per star in erba

La star ha chiesto che il supporto per la salute mentale sia obbligatorio sui set degli spettacoli per bambini e in altri ambienti di lavoro in cui sono coinvolti i minorenni. “Penso che l’ambiente debba essere reso più sicuro dove i bambini devono recitare; e penso che dovrebbero esserci psicoterapeuti sul set. Credo anche che i genitori dovrebbero poter essere ovunque vogliano, e non solo sui set dei figli. Se qualcuno vuole fare questo, o la musica, o qualsiasi cosa a questo livello di esposizione, dovrebbe esserci nel contratto qualcosa sulla terapia obbligatoria due o tre volte a settimana, o qualcosa del genere”.