Giorgia Soleri: “Io sono qualcuno che amo”

Giorgia Soleri: "Io sono qualcuno che amo".

“Ogni giorno è un allenamento costante e senza fine”

Giorgia Soleri ha pubblicato una lunga sessione Questions/Answers nelle storie del suo profilo Instagram in cui risponde alle domande dei suoi follower. A cuore aperto, la Soleri parla delle sue difficoltà e dei problemi di salute mentale e fisica che l’hanno accompagnato nel suo percorso esistenziale, senza nascondere nulla e tramutando anche le esperienze più dolorose in un fattore che può spingere a cercare nuove vie positive verso la ricerca di un equilibrio con se stessi e con la propria autostima.

Pensi che vivrai sempre a Roma o vorresti un cambiamento?
Questa domanda è stata protagonista delle ultime 5 o 6 sedute (almeno) di psicoterapia e motivo di grande crisi. E la prima volta in vita mia che ho tutti gli strumenti e le possibilità per scegliere in modo completo e totale cosa fare del mio futuro. Fino ad oggi la maggior parte delle scelte che ho compiuto – come la città in cui vivere, il lavoro da svolgere, la zona in cui abitare – sono state prese sulla base delle circostanze, senza davvero interrogarmi su cosa desiderassi profondamente. Ma penso di aver compreso che vedere dove mi porta la vita non equivale a stare ferma e che le porte più inaspettate, meravigliose e arricchenti le ho aperte ascoltando molto la mia pancia e poco la mia testa. Odiavo Roma prima di trasferirmici, pensavo fosse una città impossibile per me e ho passato 3 anni a dire “se mai il motivo per cui mi sono spostata, la relazione che vivevo, dovesse venir meno, tornerei a Milano il giorno stesso”. E invece un anno dopo sono ancora a Roma. Quindi chissà! Potrei tornare a Milano tra un mese, scegliere di stare a Roma ancora 10 anni o prendere i mici animali e andare a Ibiza o in qualsiasi altro posto nel mondo. Ed è entusiasmante assistere in prima persona ai giorni che si srotolano davanti a me sapendo che tutte le strade sono ancora da coprire e tutte le opzioni valide.

Quando hai capito di aver imparato l’amor proprio?
Quando tagliare è diventato più semplice che stare in situazioni tristi, dolorose, prive di rispetto e attenzioni, che non mi facevano crescere, non mi davano niente o semplicemente non erano adatte a me, nonostante le avessi desiderate molto. E quando ho preso consapevolezza del mio valore e di ciò che porto all’interno delle relazioni, perché non sono più disposta ad accettare niente di meno.

Hai mai provato la terapia con cannabis terapeutica?
Sì, ho iniziato da poco, immagino sia presto per sentire dei benefici.

Quanto ci hai messo ad amarti come riesci ora? Come hai sbloccato tutto?
28 anni di cui più della metà in terapia, 11 di ritardo diagnostico e 14 con dolore cronico. Nonostante questo, ogni giorno è un allenamento costante e senza fine. Penso sia il risultato di un insieme di cose, a partire dalle esperienze estremamente intense che ho iniziato a vivere fin da piccola, ma sono anche convinta che la malattia abbia avuto un ruolo fondamentale in questo. Quando hai un corpo che ti rema contro capisci fondamentale due cose: la prima è che non hai bisogno di nuovi modi per metterti in difficoltà, ci pensa già la tua carne; la seconda è che il corpo non è il fine ma è il tuo strumento di esperienza nel mondo e non ha alcun valore intrinseco se non la sua utilità. Ho lavorato tanto per essere chi sono oggi, che non significa io sia infallibile o priva di difetti e angoli bui, ma che sono estremamente consapevole di chi sono, come l’ho ottenuto e quanto vale. Cerco di trattare me stessa con lo stesso amore, la stessa delicatezza, la stessa compassione che riservo a chi amo, perché io sono qualcuno che amo.

Amicizia: ho troppe aspettative ma per lui io non sono così importante. Come lasciarlo andare?
Non possiamo cambiare gli altri ma possiamo cambiare ciò che è in nostro potere. In questa visione non penserei a come lasciar andare lui, ma a lavorare sulle tue aspettative, che sono qualcosa che a che vedere solo con te. Il resto viene da se. In bocca al lupo per tutto, un abbraccio.

Vorresti avere sempre la stessa psicologa o pensi che sia utile cambiare?
Penso che ogni percorso sia a sé. Per me è stato utile cambiare, più di una volta, perché le mie necessità sono cambiate nel tempo e avevo la sensazione che quel determinato percorso fosse giunto al termine. Ma non esiste una formula giusta per tutti.

Come affronti quando hai tutto contro? Sei molto forte per tutto quello che fai e che affronti.
Se ho tutto contro significa che sto sbagliando prospettiva, perché non è mai così. Grazie.

Di cosa sei orgogliosa della tua vita e del tuo carattere?
Del saper fiorire anche in ambienti tutt’altro che fertili e del riuscire a reggere il mio sguardo nel riflesso ogni volta che mi guardo allo specchio.

Com’è il tuo rapporto con l’ADHD? Ti è stata prescritta una terapia con farmaci?
Ho avuto la diagnosi poco più di 6 mesi fa, quindi è tutto un percorso in divenire, una scoperta continua. Sicuramente mi ha aiutata a dare una spiegazione a molte delle cose che mi accadono o che sento, ma devo ancora trovare la mia dimensione in questa diagnosi. E sì, sono in terapia con il metilfenidato e non passa giorno senza che io mi chieda “ma come facevo prima?”.

Con l’ADHD hai avuto problemi di dipendenza dai social?
Più che di dipendenza vera e propria, di utilizzo del cellulare come strumento per “dissociare” (non saprei trovare un termine più adatto). Il problema è che poi non riuscivo a usarlo più per comunicare e connettermi, perché era la mia via di fuga proprio da quella roba.