“Quelli di adesso non hanno mai letto un libro, si capisce da quello che cantano”.
Enrico Ruggeri, in una recente intervista a Il Messaggero, parla di come oggi tutto sia diverso e di come “l’idea sia stata sostituita dalla ‘trovata’”. In occasione dell’uscita del suo libro 40 vite, il cantautore parla della sua carriera e delle esperienze che lo hanno formato e gli hanno permesso di maturare una sua forma d’arte. Il cantautore-scrittore, nota le differenze con la sua epoca, non soltanto riguardo la tecnologia ma l’eccessiva importanza che si dà all’apparenza delle cose, a scapito della sostanza.
La ‘trovata’ vincente
“Sono consapevole che è tutto diverso da un tempo. Noi suonavamo, oggi ci sono i pc. Stare in uno studio per due mesi, giorno e notte, per registrare un disco con persone come te, ormai non si fa più. Creare senza pensare solo al mercato è qualcosa che i giovani non conoscono. Non voglio fare il boomer ipercritico, però quelli di adesso non hanno mai letto un libro, si capisce da quello che cantano: sembrano messaggi di WhatsApp. Gente come De Gregori, De André o Battiato prima di scrivere canzoni avevano sviluppato un loro mondo interiore. Oggi il concetto di idea è stato sostituito dalla ‘trovata’”. Enrico Ruggieri sottolinea come, invece, nella propria esperienza, per arrivare fin dove è arrivato, è stata necessaria “la costanza e una natura non etichettabile”, elementi che gli hanno permesso di distinguersi nella sua carriera.
Tantissimi errori
In 40 vite, Ruggieri scrive di aver commesso tantissimi errori nella sua vita. “Non essendo cresciuto in una famiglia regolare – senza figure maschili – ho sempre cercato di ricostruirne una con i miei collaboratori, cosa che mi ha portato a mantenere rapporti che a un certo punto, per crescere, avrei dovuto troncare. Non l’ho mai fatto. E l’ho pagato”. Per quattro mesi, da ragazzo, si trovò a fare il commesso in un negozio di jeans, cosa che definisce un incubo: “Temevo di perdere tempo e sogni”. Su quello che avrebbe fatto se le cose fossero andate diversamente nella sua vita, spiega: “Non lo so. Forse la vita premia quelli che, come me, non hanno un Piano B. Probabilmente avrei fatto il tecnico musicale”. Ma di una cosa su tutte Enrico Ruggieri è certo: “Temo di avere più idee che tempo per realizzarle. So già che me ne andrò dicendo: ‘Va bene morire, ma stavo finendo quella roba lì…’”.