Claudio Castrogiovanni vs. Vannacci sulle classi separate

Claudio Castrogiovanni vs. Vannacci sulle classi separate

L’attore: “La sua proposta, come una bastonata in testa. È umiliante”.

Claudio Castrogiovanni si oppone alla proposta di Roberto Vannacci sulle classi separate per alunni disabili. L’attore, con diagnosi ADHD, spiega come separare significhi solo umiliare i bambini, senza garantirgli il sostegno per una buona crescita.

La scoperta del’’ADHD e l’importanza di comprenderlo

Claudio Mastrogiovanni racconta di aver sempre sofferto di ADHD ma di averlo scoperto solo da adulto: “A volte, da ragazzo, mi chiedevo se fossi stupido: leggevo le prime tre righe della pagina che dovevo studiare e la mia mente cominciava a vagare. Pensavo a tutto, tranne che a quello che avevo appena letto. E non riuscivo a stare fermo: era come se avessi una fiamma dentro sempre accesa, che mi costringeva a un movimento perpetuo”. La consapevolezza gli ha permesso anche di aiutare i suoi figli, entrambi affetti da ADHD, e l’attore sceglie di riportarla a un pubblico più ampio affinché la comprensione del fenomeno possa giungere a quante più orecchie possibile: “Io non ho mai parlato pubblicamente di questo argomento. Lo faccio oggi per loro: per tutti quei bambini marchiati come ‘discoli’ quando in realtà discoli non sono”, spiega. “Per chi si sente dire costantemente ‘è intelligente ma non si applica’ e sa che non è vero. Vorrei accendere un faro su un problema diffuso ma poco conosciuto, ancor meno finanziato e per niente capito. A noi l’hanno spiegato così: l’ADHD è come la miopia. Se vedi male, come rimedi? Metti gli occhiali. Se hai l’Adhd, devi trovare un sistema per fare quello che fanno gli altri, a modo tuo”.

La proposta che stordisce

Sulla proposta di Vannacci, Claudio Castrogiovanni ha le idee chiare: “La sua proposta mi lascia stordito, come una bastonata in testa”, comincia l’attore. “Se avessero messo me in una classe separata, sarei diventato un adulto aggressivo. Già ribollivo quando mi riprendevano per la troppa vivacità: vivevo il rimprovero come un’ingiustizia perché era qualcosa che non potevo controllare. Figuriamoci se mi avessero umiliato allontanandomi da ‘chi capisce al volo’”. La proposta formulata da Vannacci in una recente intervista a La Stampa era infatti formulata così: “Non sono specializzato in disabilità, ma chi ha un ritardo nell’apprendimento si sente più o meno discriminato in una classe dove tutti capiscono al volo?”. Anche in questo senso l’attore Castrogiovanni trova parole di replica piuttosto mirate: “Suggerirei al generale di fermarsi alla prima frase: non è specializzato in disabilità, punto”.