Il regista de “La Mummia” lamenta di non essere stato contattato.
Stephen Sommers parla del reboot de La Mummia del 2017, con Tom Cruise, a The Hollywood Reporter. Il regista dichiara di essersi sentito piuttosto offeso dal fatto che nessuno l’abbia contattato durante la realizzazione del progetto.
La mancata cortesia secondo Sommers
Stephen Sommers, regista de La Mummia del 1999 con Brendan Fraser e Rachel Weisz, ci ha tenuto a precisare la mancata cortesia da parte della produzione del reboot con Tom Cruise. “In realtà mi sono sentito offeso, perché né gli sceneggiatori né il regista di quello con Tom Cruise pensarono di contattarmi”. Ha poi aggiunto: “Io sono solito contattare le persone se penso di mettere mano su qualcosa di loro”. Il regista sottolinea poi il suo apprezzamento per il terzo capitolo della saga, prendendo ulteriormente le distanze dal reboot del 2017: “Il terzo film, quello di Rob Cohen, è un po’ una mia creatura. Non volevo stargli tra i piedi, quindi lo aiutai solo con la produzione. Ma non ho nulla a che vedere con quello con Tom Cruise. Non mi hanno mai contattato. Avevo altre cose da fare, non è che me ne sia stato lì a piangere, semplicemente credo che ci si debba comportare così”.
Il ricordo de “La Mummia”
La Mummia è recentemente tornato nelle sale in occasione dei venticinque anni dalla sua uscita. Stephen Sommers ricorda il lavoro sul film del 1999. Con affetto dichiara: “È così buffo che sia ancora sempre in tv da qualche parte. Quando avevo 8 anni, ho visto per la prima volta il film della Mummia di Borsi Karloff e mi è piaciuto molto”, comincia. Poi: “La Universal stava cercando di fare un remake del film di Karloff da nove anni quando sono entrato in scena, e si trattava di un film horror a basso costo ambientato ai giorni nostri. Ho chiesto ai miei agenti di chiamare i produttori Jim Kacks e Sean Daniel, e loro erano così stufi di ‘La Mummia’ che non hanno nemmeno ascoltato la mia proposta e mi hanno portato direttamente alla Universal”. Poi la bella notizia: “Quando ce ne siamo andati, Sean, che è il poliziotto buono della coppia, si è girato verso di me assicurandomi che avessi fatto un ottimo lavoro. Mi ha dato una pacca sulla spalla e credo che pensassero che non mi avrebbero più rivisto. Ma sono tornato a casa e un agente mi ha chiamato per dirmi: ‘Lo studio vuole fare il film’”.