“Il corpo degli artisti non è un vincolo negativo per la loro arte”.
Tiziano Ferro in un’intervista a Vanity Fair si racconta senza filtri, dal suo matrimonio finito alla paternità, dagli amici all’alcolismo fino alla salute mentale. Un tema importante per il cantante, che sottolinea: “È un obbligo morale raccontare alle persone, agli artisti, che il corpo non è un vincolo negativo per la loro arte”.
La salute mentale
La salute mentale, soprattutto nei giovani, è un argomento delicato ma purtroppo molto di attualità. “La salute mentale è un argomento complesso che non si può risolvere con una diretta o una storia su Instagram. E un artista come me sbaglia quando pensa di curare o di migliorare la vita di chi soffre di queste patologie”, ha dichiarato Tiziano Ferro. “Penso, invece, che bisogna lavorare sulla prossima generazione di genitori, perché saranno loro ad aiutare i loro figli a non scivolare in questi precipizi“.
La colpa dei manager
Continuando sull’argomento, Tiziano Ferro fa un esempio: “Parlando di bulimia, oggi non faccio né voglio fare l’apologia dell’obesità, però fino a ieri si portava un bambino dal dietologo solo perché aveva cinque chili in più del previsto. Quello è un meccanismo crudele che mi ha marchiato a fuoco perché io mi sentirò grasso per sempre e nulla mi farà mai cambiare idea. Camminerò per strada sentendomi grasso anche se non lo sono. E mi sentirò perennemente inadeguato. I genitori sono fondamentali in questo. E lo sono anche gli educatori. E I manager”. E poi conclude. “E qui sì, mi riferisco a Mara Maionchi. Le voglio bene e sono sicuro che vent’anni fa questi discorsi non erano così chiari. Però oggi va fatto un cambio di passo radicale, perché la salute mentale è una cosa pratica che va appunto praticata”.