“Noi donne la libertà la dobbiamo dimostrare in altri modi”.
Durante la puntata del 6 maggio de La Volta Buona, programma di RAI1 condotto da Caterina Balivo, Paola Ferrari è stata nuovamente chiamata a commentare la figura di Elodie, con cui aveva avuto delle frizioni in passato. La giornalista ha quindi espresso un giudizio piuttosto critico sulla reale abilità artistica di Elodie, paragonandola a grandi icone della musica italiana come Mina e Raffaella Carrà: “Tu non mi puoi parlare della grandissima Raffaella Carrà e di Mina, che sono star“.
La replica di Caterina Balivo
Nel commentare la cantante di Roma, la presentatrice ha trovato sbagliato il paragone con altre grandi icone della musica: “Bella, quanto è bella. Se è bravissima? Oddio, bravissima… Adesso non esagererei. Non è che è Mina o Laura Pausini, è brava ed è bellissima. Raffaella Carrà e Mina, erano molto trasgressive“. Paola Ferrari ha espresso il suo punto di vista in modo deciso e critico. Ha sottolineato che non accetta il confronto con icone come Raffaella Carrà e Mina, definendole “star” di un’altra categoria: “Non mi dire così, perché io soffro. Tu non mi puoi parlare della grandissima Raffaella Carrà e di Mina, che sono star. Perché io me la sono presa con Elodie che trovo bellissima? Perché tu non puoi pubblicizzare il tuo disco, o quello che è, mettendoti in un certo modo, dicendo che lo fai per essere libera. Allora se vuoi metterti in tanga, ti metti il tanga, perché sei libera di fare quello che vuoi e nessuno ti può criticare, che tu sia bella o meno bella. Ma usare quella scusa per vendere e dire che lo fai per dimostrare la libertà mi viene ridere. Noi donne la nostra libertà la dobbiamo dimostrare in altri modi. Poi faccia quello che vuoi, ma non usare quell’arma perché lo trovo abbastanza”.
Le parole del passato su Elodie
Durante il confronto, Caterina Balivo ha tentato di smorzare i toni della discussione: “Anche tu sei stata molto sexy a Ballando con le Stelle”. “Eh da morire guarda…” chiude il discorso la giornalista. Le parole di Paola Ferrari non si discostano molto da quelle del passato che avevano causato tensioni: “Non mi può venire a dire che mostrare il suo corpo sia una lotta per l’emancipazione. Quella battaglia però la abbiamo fatta negli anni sessanta e settanta, con la minigonna inventata da Mary Quant. Allora il corpo era strumento per la libertà. Oggi a mostrarlo si entra nel circolo vizioso dell’oggettivazione, ed è pericoloso. Avrai in cambio più foto, più titoli di giornale, più pubblicità e più guadagni. Legittimo pure questo, ma non lo si confonda con una battaglia per l’emancipazione. Mi si rivolta lo stomaco, quando sento certi ragionamenti. Pensiamo solo a lavorare e impegnarci, e basta”.