Josh O’Connor: “Sono una persona troppo ansiosa”

Josh O’Connor: "Sono una persona troppo ansiosa".

Non penso di essere abbastanza forte per essere una star del cinema“.

Josh O’Connor, l’attore britannico acclamato per il suo ruolo nella serie The Crown e recente protagonista di Challengers di Luca Guadagnino, si apre in un’intervista al The Guardian rivelando un lato inedito di sé. Nonostante sia stato candidato ai David Di Donatello come miglior attore protagonista per il film La Chimera ha rivelato non sentirsi una star nonostante il successo: “Non credo di averlo. Non sono io che sono finto umile. Sono una persona troppo ansiosa. Non so se ho questi attributi davvero. Non penso di essere abbastanza forte per essere una star del cinema”

Tra mondanità e semplicità

Nonostante il tour promozionale di Challengers sia stato faticoso l’attore ha avuto modo di vivere anche esperienze indimenticabili: “È stato estenuante, confusionario e spaventoso, a volte sconcertante. Ero a Sydney una settimana e io e Mike abbiamo camminato sulla cima del Sydney Harbour Bridge ed è stato fantastico. Oppure ero a Monte Carlo. Non andrei mai a Monte Carlo e mi sono trovato in una stanza d’albergo che non avevo mai visto prima e sono entrato in un casinò. Mi sentivo come se fossi James Bond“.

Un divo a suo agio con la semplicità

L’attore ha collaborato con registi di fama internazionale come Luca Guadagnino: “Luca una volta mi ha detto che gli attori sono come cavalli da corsa. E affinché il tuo cavallo da corsa sia il migliore possibile, deve essere strigliato, curato e tenuto in una bella stalla”. Josh O’Connor durante le riprese de La Chimera ha vissuto in un camper sul set, una scelta che non gli ha creato alcun problema: “Qualcuno ha pensato che me ne sarei andato via, per il fatto che alloggiassi in un camper, ma per me era la migliore sistemazione possibile a mia disposizione. Ero proprio vicino al Lago di Bolsena, era così bello. Ho preso il sole, facevo la doccia e restavo al sole, sotto un albero. Quindi facevo docce calde ogni giorno.

Il prezzo del successo e la ricerca di un equilibrio

Il film che ha lanciato la sua carriera, God’s Own Country, ha avuto un impatto profondo sulla sua vita, sia a livello emotivo che fisico: “Mi sono ammalato gravemente. Quel film sarà sempre nel mio cuore e Francis è una grande ispirazione. Ancora adesso. Ma mi è costato molto. E mi ci sono voluti alcuni anni per rendermi conto dell’impatto che aveva avuto sulla mia salute mentale e sul modo in cui lavoravo. E rendermi conto che non sarei in grado di mantenere quel livello di vita e di lavoro approfondito a lungo termine: semplicemente non funzionerebbe. L’idea di soffrire per la tua arte è molto attraente. E mi sentivo così in God’s Own Country : non è stato bello stare in ospedale per una settimana, ma ricordo che in quel momento ho pensato: ‘Questa è la roba! Le cose stanno così!’ È semplicemente bello sentire che stai lavorando sodo, questa è la verità”.