Accolte le richieste dell’associazione “Mammadimerda”.
Le scuole aperte in estate non sono una novità. Nelle grandi città, i servizi scolastici organizzano centri estivi e ludoteche. Quest’anno, il Governo stanzia 400 milioni di euro per attività di inclusione, socialità e potenziamento delle competenze. Ora, il governò prevede di stanziare per gli anni scolastici 2023/24 e 2024/25 circa 400 milioni di euro destinati alle attività estive dalle scuole primarie e secondarie. I progetti si attiveranno in base alle proposte delle scuole. I fondi copriranno 1,714 milioni di ore aggiuntive di attività per un numero di studenti tra 800 mila e 1,3 milioni.
La petizione
“È positivo vedere che il Ministero ha deciso di stanziare fondi: significa prendere in carico il malessere e senso di abbandono che vivono le famiglie” commenta Francesca Fiore di Mammadimerda, che con WeWorld Onlus ha lanciato una petizione per chiedere una revisione del calendario scolastico. La richiesta di Mammedimerda, rappresentata da Francesca Fiore e da Sarah Malnerich, va al di là della questione di dove sistemare i bambini d’estate e si concentra sul summer learning loss, la perdita di competenze che si registra nella stagione estiva.
Il summer learning loss
“Diversi studi dimostrano che mesi interi di competenze acquisite durante l’anno vanno perduti, e ciò è vero soprattutto per studenti che provengono da famiglie meno abbienti e istruite. Tale perdita ha un effetto cumulativo sui risultati futuri, andando ad aumentare il divario educativo e le probabilità di abbandono tra bambini/e e ragazzi/e provenienti da contesti svantaggiati, ma anche per bambini/e con disabilità o con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)“.
Il tempo scuola italiano tra i più intensi d’Europa
“Ma è soprattutto durante l’anno scolastico che il tempo scuola incide sulle competenze. Quello italiano, oltre ad essere il più denso d’Europa, è anche quello con più ore di lezione, ma non sempre a più ore di lezione corrispondono maggiori apprendimenti.” Pare, infatti, che più della metà gli studenti dichiarino di sentirsi nervosi mentre studiano, rispetto alla media europea. Da qui l’idea della ridefinizione del calendario scolastico che posizionerebbe l’Italia in linea con gli altri paesi europei.