In uscita il nuovo album del gruppo, “Proteggimi da ciò che voglio”.
I La Crus tornano con il nuovo album, che uscirà domani, dal titolo Proteggimi da ciò che voglio. Un nuovo lavoro all’insegna della totale immersione della poetica musicale, tra canzone d’autore e un rinnovato senso di band.
Dieci brani inediti
I La Crus hanno scritto pagine importanti per la musica italiana dagli anni Novanta, poi il ritiro dalle scene per sedici anni. Proteggimi da ciò che voglio (composto da un totale di 10 brani e il cui titolo è ispirato all’opera dell’artista statunitense Jenny Holzer ‘Protect me from what I want’) è prodotto da Matteo Cantaluppi e dagli stessi La Crus: Mauro Ermanno Giovanardi, Cesare Malfatti e Alex Cremonesi. Molte le collaborazioni, a partire da Slavoj Žižek, illuminato filosofo, sociologo e politologo sloveno, passando da Vasco Brondi, padre del progetto Le Luci Della Centrale Elettrica, Carmen Consoli e Colapesce Dimartino.
Il trio ha presentato in anteprima alla stampa l’album. “Questo disco è basato su quattro pilastri: un suono e un anima dei La Crus, i percorsi personali che abbiamo realizzato singolarmente negli ultimi quindici anni, l’intervento di Matteo Cantaluppi e la Mescal che ha creduto in questo progetto”, hanno sottolineato. “Senza uno di questi elementi, l’album non sarebbe mai venuto alla luce. Siamo partiti con lo spirito di lavorare insieme e dopo un anno avevamo molti inediti, nel disco ce ne sono otto, ma fuori ne abbiamo lasciati altrettanti. Abbiamo superato le nostre diversità di vedute con l’introduzione di Cantaluppi, che ha creato un compromesso tra le varie idee, creando il suono globale del disco. Infine, è arrivata la scelta di inserire anche due pezzi già conosciuti, ‘Io confesso‘ e ‘Come ogni volta’, riletti e riarrangiati in due nuove versione in compagnia di Carmen Consoli nel primo caso e di Colapesce Dimartino nel secondo”.
La canzone d’autore italiana
Infine i La Crus sottolineano un aspetto importante legato al loro ritorno: “La canzone d’autore italiana è la cosa che fondamentalmente ci interessa e ci piace, per questo era necessario capire come confrontarci con il mercato partendo da brani con una costruzione armonica, una melodia, un testo poetico. Era importante far convivere questi mondi, forma canzone e ricerca sia musicale che letteraria. Inizialmente è stato un po’ faticoso fare questo, perché lavorare da soli per anni ti fa radicare in un mondo piuttosto che in un altro. Siamo riusciti a sintetizzare tutto in un album molto compatto e coeso, all’interno ci sono molti elementi che non ne fanno realmente un concept, ma che collegano i vari testi”.