La figlia del noto calciatore: “Ho pensato persino di cambiare cognome”
Valentina Baggio, la figlia di Roberto Baggio, ora è la social media manager di papà. Il Divin Codino proprio non voleva essere social, ma Valentina Baggio, che della comunicazione ha fatto il suo lavoro lo ha convinto. Il loro rapporto è nato solo negli ultimi anni grazie al lockdown, come racconta lei stessa in una intervista al podcast Fightgently Talks: “Quando era piccola, mio padre non poteva essere molto presente nella mia vita: soffrivo”.
Non avevamo avuto tempo per conoscerci
Valentina Baggio fa sapere di aver cambiato tante scuole e città per seguire suo padre: “Viaggiare è bello, ma non è stato molto facile, ho sofferto tanto. Quando era piccola, mio padre non poteva essere molto presente nella mia vita: soffrivo perché le mie amiche andavano in giro la domenica con il loro padre mentre io lo vedevo allo stadi: a casa c’era davvero poco. Stavo tanto con mia madre e mio fratello. Non era un dolore, ma per vent’anni non ho saputo spiegarmi perché io fossi cresciuta senza un papà, non avevamo avuto tempo per conoscerci. Stavo da sola con lui e sentivo quasi la paura, non sapevo di cosa parlare, sembrava che non ci conoscessimo.“
Per tutti ero la figlia di Baggio
Valentina Baggio ha vissuto l’esperienza di avere amicizie poco sincere a scuola, dove il suo cognome famoso rappresentava sia un orgoglio che un peso: “Quando ero piccola, io diventavo amica dei ragazzi e meno delle ragazze perché loro erano interessati a mio padre, volevano gli autografi e io volevo giocare a calcio con loro. Così le altre bambine non mi amavano molto. Per tutti ero la figlia di Baggio, ma mi dicevo: ‘Provate a conoscermi. Lui è lui, io sono io, sono una ragazza normale’. C’è stato un periodo della vita in cui chiedevo se fosse possibile persino cambiare cognome. Quante amicizie ho avuto solo perché a qualcuno piaceva essere amico dei Baggio, poter raccontare qualche gossip: l’etichetta a me dà molto fastidio, mi infastidisce il pregiudizio nei confronti di chiunque, io cerco sempre di capire gli altri e le loro azioni“.
Valentina ha raccontato che suo padre l’ha cresciuta senza privilegi economici: “A sedici anni d’estate andavo a lavorare al bar o nei negozi di abbigliamento perché i miei genitori volevano fossimo persone indipendenti e non fosse tutto dovuto per noi. Io sono io, ho il mio lavoro, ho fatto la mia carriera, se mio padre ha qualcosa allora non deve essere mio per forza. Siamo diventati amici negli anni della pandemia: non sono stati anni facili per l’Italia, ma posso dire che sono stati i diciotto mesi più belli della mia vita. Ho passato molto tempo con mio padre, facevamo lunghe partite a carte. Il lockdown è stato tragico, ma in un certo senso è stato una benedizione.” Ora quel cognome non pesa più: “Mio padre è bellissimo, è un orgoglio essere sua figlia.“