L’attore: “Il cinema e il teatro mi hanno salvato da strade sbagliate”.
Riccardo Scamarcio, di nuovo al cinema con il film Race Of Glory in cui è interprete e produttore, ha raccontato a Verissimo la sua ‘infanzia ribelle’. L’attore si descrive come un bambino irrequieto, pieno di energia e a volte spericolato. A soli dodici anni, convinto di saper guidare, prese la macchina del padre senza permesso e andò a sbattere contro un muro. Riccardo Scamarcio ha ammesso che il cinema e il teatro lo hanno salvato da possibili strade sbagliate.
Un bambino irrequieto
L’attore ha raccontato: “Avevo dodici anni, ero convinto di saperla guidate. Conoscevo il meccanismo della frizione e dell’acceleratore. Poi in realtà mi sono reso conto che era un po’ più complicato, ma ho sfasciato la macchina di papà. Sono andato contro il muro. Ero un bambino molto irrequieto”. In quel momento Riccardo Scamarcio si trovava dalla nonna e i suoi genitori erano in vacanza: “Mia nonna si è messa sul divano come se fosse morto qualcuno e a me è venuta la febbre per i sensi di colpa”. L’attore spiega di essere stato un “bambino molto amato”, cresciuto in un ambiente sereno, ma il suo carattere era tutt’altro che tranquillo: “Ero un bambino irrequieto, avevo tanta energia e il fatto di stare a scuola, seduto per cinque ore, mi faceva molta fatica. Ero iperattivo e lo sono ancora. Con papà avevo un ottimo rapporto, ma c’era un certo pudore con noi, un uomo all’antica, che mi ha insegnato in maniera ossessiva l’onestà. Gli sono stato accanto fino alla fine ed è stata l’esperienza più forte della mia vita. Ci sono dei cicli nella vita. Bisogna trovarsi umanamente pronti a tutte le fasi e bisogna avere la capacità di riconoscere le cose importanti. Adesso che sono papà tutto ha senso. Emily è stupenda, sveglia, responsabile, spericolata e decisa. C’è da imparare dai bambini. Sono più responsabile perché sento che la mia vita è importante perché voglio starle vicino, proteggerla, è una cosa inconscia”.
La recitazione come salvezza
La recitazione è stata la forza che ha domato l’esuberanza di Riccardo Scamarcio: “Il cinema, il teatro mi hanno salvato dal fatto che avrei potuto prendere delle strade magari sbagliate“. L’attore spiega poi che sua madre assunse un investigatore privato per controllarlo. “Non sapevo di essere seguito, ma io l’ho seminato. Chiamò mia mamma e le disse: ‘Suo figlio guida benissimo le macchine’”. L’attore si descrive come una persona con i piedi ben piantati nelle sue radici, ma allo stesso tempo un sognatore: “Sono ambizioso, ma anche una persona semplice e diretta. Facendo l’attore hai bisogno di vivere situazioni vere. Per questo difendo la mia vita privata. Altrimenti in scena che cosa racconto?”