L’attrice ripercorre luci e ombre della sua vita.
Subrette, showgirl, attrice, ma anche imprenditrice, creativa e fotografa. Lory del Santo è, senza dubbio uno dei personaggi più amati dal pubblico italiano e che ha contribuito a dare vita a un certo tipo di televisione popolare. Regina del gossip degli anni Ottanta e Novanta, tanti sono i flirt che le hanno attribuito. “Anche uomini con i quali non sono mai stata.” come ha raccontato al Corriere della Sera.
Situazioni imbarazzanti
Tra i vari ricordi, uno imbarazzante con Sergio Leone: “Stava girando ‘C’era una volta in America’ con Robert De Niro e io andai nel suo ufficio all’Eur con il mio book per chiedergli una particina. Lui sfogliò le foto, poi sparì in un’altra stanza e mi chiamò. Andai e me lo trovai nudo, tutto peloso, con la barba, questa pancia enorme. C’era un letto matrimoniale. Mi ha abbracciato e io gli ho detto: no, scusa, guarda, mi fa piacere essere qua, sei molto carino, ma devo andare. Dentro di me pensavo: ma non mi hai neanche offerto una parte“. Un altro ricordo, ancor più stravagante: “Uno spasimante, sposato, mi portò a Parigi e nella mia stanza d’albergo mi rovesciò addosso 100 milioni di lire“.
Il giorno più bello
E’ la nascita del figlio Conor, avuto con Eric Clapton, il giorno che ricorda con maggior felicità: “Quello è stato veramente il giorno più bello della mia vita. Indimenticabile.” E, parlando della vita di coppia con il musicista britannico aggiunge: “Non c’era niente di regolare nella nostra storia, ma non mi importava. Quando il bambino è nato, lo ha preso in braccio e ha detto: ‘I am a father’. Ero felice, anche se Eric cambiava idea ogni tre giorni: fossi stata influenzabile sarebbe stato un problema, ma sono sempre stata forte“.
Un insieme di lutti
Non solo gioie per la De Santo, cha ha dovuto sopravvivere alla morte di due figli: Conor, caduto da un grattacielo a quattro anni e, più recentemente, Loren, suicida a 19. Lory del Santo commenta la morte del secondo figlio e dice: “Con lui è stato diverso, psicologicamente ho sofferto di meno perché ho capito che non avevo capito. Loren era malato e nessuno se ne era accorto. A me sembrava speciale, non mi dava mai fastidio, non disturbava, non faceva domande. Forse, visto che non si poteva curare, è stato meglio così. Era un angelo destinato a volare in cielo“.